La Nuova Sardegna

Nuoro

Siniscola, il sindaco Farris: «Uno scippo inaccettabile»

di Mauro Piredda
Siniscola, il sindaco Farris: «Uno scippo inaccettabile»

Il Comune aveva fornito un immobile in comodato d’uso gratuito per sei anni «Non esiste che ora decidano di chiudere, è un danno per le fasce più deboli» 

08 ottobre 2018
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SINISCOLA. Da tempo si parla di razionalizzazione degli uffici periferici dell’Inps, un dibattito molto sentito a Siniscola, secondo centro del Nuorese e uno degli 11 Comuni che potrebbero perdere la sede. I parametri della recente circolare 96, emanata il 21 settembre, parlano chiaro: la popolazione residente servita deve superare i 60mila abitanti e i lavoratori assegnati oltre le 10 unità lavorative. Parametri contestati dal sindaco Gian Luigi Farris. «Ci siamo mossi da tempo contro questo scenario – ha dichiarato il primo cittadino – e l’abbiamo fatto insieme ai sindaci dell’intero territorio coinvolto (comprendente, oltre Siniscola, anche i centri di San Teodoro, Budoni, Posada, Torpè e Lodè, ndc). Ma non arretriamo di un millimetro, non si può accettare che questo territorio subisca un ulteriore scippo di servizio pubblico. Tale smantellamento è ancora più inaccettabile perché porta disagio soprattutto alle fasce deboli, pensionati e anziani».

Ricordata da Farris la convenzione tra Ente locale e Istituto previdenziale. «La sede Inps – ha aggiunto – deve rimanere a Siniscola, non esiste che la si chiuda dopo che gliel’abbiamo data gratuitamente». Il riferimento è quanto avvenne nella legislatura scorsa. Il 5 agosto del 2015 (delibera 184) la giunta Celentano approvò lo schema di convenzione relativo all’assegnazione di un immobile comunale in comodato d’uso gratuito all’agenzia territoriale dell’Inps per sei anni «a decorrere dal 30 settembre 2015». Lo schema venne approvato a seguito di una precedente delibera, la 166 del 14 luglio. Con essa si dava seguito alla nota dell’Inps del 15 giugno dello stesso anno con la quale si chiedeva la disponibilità dell’immobile di via Trieste: «Tale richiesta – è quanto riportato nelle premesse al dispositivo citato - può essere accolta a causa del mancato mantenimento dell’ufficio del giudice di pace».

La convenzione è «rinnovabile tacitamente, per analoga durata» (altri sei anni), ma con una specificazione all’articolo 7: «Il venir meno del servizio – si legge nello schema approvato – per impossibilità sopravvenuta della prestazione per fatto di legge o altra causa ostativa costituirà causa di risoluzione automatica del contratto». Indicata, inoltre, con l’articolo 12 «la facoltà reciproca di recesso anticipato con obbligatorio preavviso minimo di sei mesi con lettera raccomandata o Pec».

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