La Nuova Sardegna

Nuoro

Requisitoria infinita per Cubeddu

di Giusy Ferreli
Requisitoria infinita per Cubeddu

Il pm Vacca ha parlato per altre sette ore e ha anticipato che oggi chiederà la condanna dell’imputato

11 ottobre 2018
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NUORO. Intercettazione dopo intercettazione, prova dopo prova l’accusa ha ricostruito la sua verità nel processo per il duplice delitto di Orune e Nule. Verità che presto passerà al vaglio della giuria. Neanche la seconda giornata che il pubblico ministero, Andrea Vacca, ha dedicato alla requisitoria è servita, tuttavia, a dipanare la matassa di una storia dolorosissima. La ricostruzione è stata ancora una volta densa di riscontri che Vacca considera di «valore probatorio assoluto».

E che, come è stato anticipato dallo stesso pm in chiusura d’udienza, porteranno quest’oggi alla richiesta di condanna di Alberto Cubeddu accusato del duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala avvenuti il 7 e l’8 maggio del 2015. La tensione ieri mattina era palpabile: nell’aula che da un anno ospita la Corte d’assise di Nuoro c’erano i familiari delle vittime degli imputati, separati da un linea immaginaria ma invalicabile. L’udienza è iniziata da pochi minuti, Vacca sta ricapitolando le intercettazioni quando il padre di Paolo Enrico Pinna, cugino di Alberto già condannato a 20 anni dal tribunale dei minori di perché ritenuto ideatore e autore del piano criminale perpetrato per lavare l’onta di un pestaggio subito a Orune al culmine di un litigio, viene allontanato dall’aula per un commento ad alta voce. Ed ancora una volta l’attenzione del pm si è concentrata sul legame profondo tra i due cugini. Paolo Enrico più spavaldo, più prudente Alberto. «È il dicembre del 2015 – ha raccontato Vacca – Alberto fa gli auguri al cugino per il 18esimo compleanno, e questo gli risponde con la fotografia del funerale di Monni» Cubeddu gli risponde, scocciato, che non sono cose da mandare. E sempre in una chat, qualche tempo dopo, Pinna scrive al cugino che nel paese conosciuto per l’arroganza nei confronti dei “forestieri” ora sono meno scassaminchie. «Che cosa è questa se non una rivendicazione del gesto compiuto?» ha detto il pm che ha aggiunge: «A chi dirlo poi se non al proprio complice?». Il 6 febbraio 2016 Paolo Enrico Pinna continua su questa linea rivendicando il cambio di mentalità degli orunesi che dopo il fatto ci pensano bene prima di scocciare chi viene da fuori. E sul forte ascendente che Paolo ha su Alberto l’accusa è tornata con altre intercettazioni da cui salta fuori questo aspetto di Cubeddu. «Sono le conversazioni tra gli amici di Alberto, dicono che lui era incantato da Paolo. E loro sono i Pinna, volevano vendicarsi» ha raccontato il pm che ha riproposto altri stralci in cui i migliori amici di Alberto più di un dubbio sull’innocenza di Alberto. «Nelle intercettazioni telefoniche gli amici discutono delle capacità delinquenziali di Cubeddu. E non si fidano» Vacca ha rimarcato quando i giovani parlano in quel modo sono trascorsi appena cinque giorni dal fatto di Orune. «Nessun nome è circolato e men che mai sono circolate le fotografie che verranno pubblicata solo u il 27 maggio 2016. Eppure il 13 maggio i suoi migliori amici parlano così».



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