La Nuova Sardegna

Nuoro

Delitto dell'Omodeo, il pm non esclude la presenza di altri sul luogo dell'omicidio

Delitto dell'Omodeo, il pm non esclude la presenza di altri sul luogo dell'omicidio

Il procuratore Basso: «Potrebbero avere avuto ruoli diversi. Pesantissime le accuse per gli arrestati: rischiano l’ergastolo»

13 ottobre 2018
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GHILARZA. Si cerca un corpo nel lago, ma una domanda inizia a farsi largo non solo tra gli inquirenti: ci sono possibilità di trovare per davvero i resti di Manuel Careddu? E quel corpo è davvero finito tra le correnti di un bacino immenso e difficile da perlustrare oppure è successo qualcosa di diverso nei giorni successivi all’omicidio? Qualcuno può essere tornato nel luogo del delitto e aver fatto sparire oltre che tracce degli assassini anche il corpo nascondendolo chissà dove? Sono interrogativi che per ora non trovano risposta. Allo stesso tempo sono ipotesi, compresa l’ultima, che non possono essere scartate. A parte una marginale collaborazione di due dei 5 agli arresti, non c’è stato quasi dialogo tra i ragazzi e gli inquirenti. Gli interrogatori di mercoledì hanno portato pochi elementi nuovi, per cui si attende la giornata di oggi per capire se le strategie difensive sono improntate alla collaborazione oppure se, ancora una volta, verrà scelta la strada del silenzio.

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Nel carcere di Massama e in quello per i minori sono in programma gli interrogatori di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari che avrebbe molte domande da porre ai ragazzi, i quali però potrebbero scegliere la strada del silenzio più assoluto. Dipende dalle scelte che faranno gli avvocati difensori Gianfranco Siuni, Francesco Campanelli, Aurelio Schintu, Emanuele Tuscano e Giancarlo Frongia. Di fronte hanno un capo d’imputazione che porta diritti all’ergastolo: concorso in omicidio pluriaggravato dall’alto numero dei partecipanti, dalla premeditazione, dalle modalità con cui è stato realizzato, dalle condizioni del luogo e dall’ora. In più c’è anche l’occultamento del cadavere. Per il resto, dopo un’altra giornata di ricerche passata invano, anche perché i reparti dei sommozzatori erano impegnati nell’emergenza maltempo nel Cagliaritano, ci sono segnali che lasciano presagire che il cerchio possa non essere chiuso. Lo ha detto il procuratore Ezio Domenico Basso: «Stiamo valutando l’eventuale presenza di altre persone con ruoli diversi sul luogo del delitto».

Non dice in che momento, ma significa che c’è il sospetto che qualcun altro, oltre ai cinque accusati, può essersi spinto sin lì. Se lo avesse fatto ciò sarebbe accaduto sicuramente dopo il delitto. Se qualcun altro è stato nel terreno in riva all’Omodeo l’ha fatto in un momento in cui non rimanevano molte cose da fare se non far sparire tracce e magari anche il corpo di Manuel Careddu, non per forza in fondo al lago. Del resto, che qualcuno degli accusati sia tornato laddove si era consumato l’omicidio è un altro dato certo. È sempre la microspia a dirlo, ma ovviamente ciò non chiarisce che azioni possano essere state compiute in quel secondo momento. E oggi c’è una madre che aspetta; ci sono familiari che vogliono dare l’ultimo saluto al ragazzo, che vorrebbero per lo meno una tomba su cui piangere. Ma ciò dipende da tante cose, in parte anche dalla fortuna, perché se il corpo è stato davvero gettato nel lago, potrebbe essere finito ben lontano dal punto in cui è stato immerso. (e.c.)

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