La Nuova Sardegna

Nuoro

Blue tongue, bloccati 1500 bovini

di Giusy Ferreli
Blue tongue, bloccati 1500 bovini

Movimentazione sospesa per le prescrizioni legate a un focolaio a Teulada, a 200 km di distanza

15 ottobre 2018
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ONIFERI. Una zanzara infetta che trasmette il sierotipo 3 della Blue tongue a un gregge di Teulada può produrre effetti disastrosi a 200 chilometri. Lo sa bene Maurizio Piras, titolare di un centro d’ingrasso a “S’infurcau” nelle campagne di Oniferi.

Sono oltre 1500 i capi bovini bloccati dalle prescrizioni disposte dalla Regione alla notizia dell’arrivo del nuovo sierotipo nell’isola. Nell’azienda di Oniferi, la più grande della Sardegna, ogni mese arrivano e partono centinaia di capi. «Noi compriamo i vitelli, li vacciniamo, li ingrassiamo e poi li rivendiamo in Sardegna e nella Penisola» dice Piras che venerdì mattina di buonora avrebbe dovuto caricare tre camion con 250 vitelli. «Il bestiame – racconta il titolare della Bovini italiani srl – era pronto per andare in Piemonte e nel Veneto ma è rimasto in azienda. Con un danno economico rilevante». Una scappatoia c’è ma costa cara, anzi carissima. La Assl di Nuoro può infatti dare il nulla osta alla movimentazione dei capi ma solo dopo un esame specifico, la Pcr, esame che costa 25 euro a capo, è a carico del proprietario e deve essere eseguito tutti gli animali ogni 7 giorni. «Quindi per movimentare i capi dovrei spendere 1500, 1600 euro a settimana. Un costo esorbitante” sottolinea Piras passato per le forche caudine degli altri sierotipi di Lingua blu.

«Prima c’era il problema del sierotipo 1, poi è arrivato 4 e siamo stati obbligati a comprare il vaccino . Ora arriva questa tegola da Teulada». A dare manforte al titolare della Bovini italiani, il sindaco di Oniferi Stefania Piras. «La triste novità sulla presenza della variante di Lingua blu – commenta il primo cittadino – mi preoccupa come sindaco e come imprenditore agricolo. Il problema riguarda grandi e piccoli produttori. Un focolaio a Teulada non può bloccare le campagne di due terzi della Sardegna: occorre che la Regione si adoperi quanto prima per arginare sul nascere questo problema mettendo gli allevatori nelle condizioni di continuare a lavorare sia restringendo il perimetro di sorveglianza che compartecipando ai costi che dovranno sostenere per la movimentazione». Per il sindaco Piras fare finta che il problema non esista, come fatto per tanti anni con la peste suina, porterà danni incalcolabili alla già drammatica situazione economica delle campagne. Il riferimento alla peste suina è condiviso da Coldiretti che denuncia il caso di un allevatore ogliastrino: Stefano Arzu di Talana. «La lunga e cieca burocrazia, priva di buonsenso, sta chiudendo i cancelli di un’azienda perfettamente in regola che alleva in biosicurezza rispettando tutte le prescrizioni. Questo – sottolinea l’associazione di categoria – sta comportando una serie di problemi che non riesce più a gestire».

L’azienda è strutturata per la vendita dei lattonzoli e con il blocco della movimentazione Arzu è costretto a tenerseli in azienda. «In poche parole da una parte deve rinunciare alle entrate delle vendite e dall’altra vede cresce il numero di animali e quindi i costi di gestione per maiali che poi non riuscirà a vendere perché fuori mercato». Inoltre non ha neppure le strutture per allevare un numero così alto di maiali. «Oltre a questo danno di migliaia di euro – è la conclusione – c’è anche la beffa di dover vedersi morti i maialetti a causa della abbondanti piogge di mercoledì scorso».

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