La Nuova Sardegna

Nuoro

La parte civile: Gianluca amava i libri non le armi

La parte civile: Gianluca amava i libri non le armi

L’avvocato Cao descrive una delle due vittime, ucciso mentre aspettava l’autobus per la scuola

16 ottobre 2018
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NUORO. «Gianluca Monni amava i libri non le armi, era il figlio che ogni madre avrebbe voluto avere». L’avvocato Antonello Cao che in questo processo tutela Salvatore, il padre dello studente ucciso con tre colpi di fucile mentre attendeva l’autobus che lo avrebbe portato a scuola, ieri mattina, alla ripresa della discussione è stato il primo a parlare. Secondo la parte civile le varie testimonianze non sono che i tanti tasselli di un mosaico accusatorio che prova, senza dubbi, la colpevolezza di Cubeddu accusato di aver materialmente sparato al 19enne di Orune e di aver pianificato anche l’uccisione di Stefano Masala, il 29enne di Nule scomparso la sera del 7 maggio 2015, al fine di sottrargli l’auto utilizzata per raggiungere il luogo dell’agguato. E per far ricadere su di lui la colpa dell’omicidio. «L’efferatezza di questi crimini – è stata la sua conclusione peserà come un macigno: non vogliamo vendetta ma giustizia». Anche per Rinaldo Lai, difensore di Rita Gaddeo e pasquale Monni, madre e fratello di Gianluca, il dibattimento ha evidenziato le responsabilità dell’imputato. «Siamo alla ricerca del colpevole, non di un colpevole. Cubeddu, pur senza movente, ha partecipato per pura solidarietà. È un killer – ha tuonato Lai – ,il disvalore della sua azione contrasta con ogni regola del vivere civile». Per il giovane di Ozieri il pm Andrea Vacca ha chiesto la condanna all’ergastolo con un periodo di isolamento diurno per due anni. (g.f.)



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