La Nuova Sardegna

Nuoro

Bortigali, ludoteca aperta anche ai non residenti

di Alessandra Porcu

Vince la tenacia della madre: sua figlia non poteva più frequentare perché si erano trasferite a Birori

18 ottobre 2018
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BORTIGALI. Talvolta la burocrazia rende complicata anche la soluzione dei problemi più semplici. Ma per fortuna, come nel caso accaduto a Bortigali, con un po’ di impegno da parte di tutti si superano ostacoli che sembravano insormontabili. In un paese che, come altri centri delle zone interne dell'isola, non viene risparmiato dallo spopolamento – 1330 abitanti, per lo più ultra65enni – succede che la scuola dell'infanzia, gestita dalle suore, viene chiusa. Non ci sono i numeri per tenerla aperta. I piccoli ogni giorno in pulmino raggiungono Macomer dove, in un altro istituto, possono continuare a giocare, a svolgere le attività ricreative e a divertirsi insieme. Il sabato però per loro è un giorno speciale. Sanno che la mattina possono restare a Bortigali e andare in ludoteca. Tutti, tranne uno. Si tratta di una piccola di cinque anni, nata e cresciuta a Bortigali, ma da un anno residente a Birori con mamma e papà. Qualche giorno fa la madre Maria Chiara Pischedda riceve una brutta notizia: sua figlia non potrà più frequentare quel posto che le piace tanto. Il regolamento della ludoteca comunale, gestita dalla cooperativa Crisaljs, impone che siano ammessi solo i bambini residenti e domiciliati a Bortigali, e che frequentano le scuole del paese. «Le leggi vanno rispettate», sostiene la donna con un pizzico di sconcerto, «ma non è colpa mia se la scuola dell'infanzia è stata chiusa. È inaccettabile che una bimba di cinque anni venga divisa dai suoi compagni e costretta all'isolamento».

Ha così inizio un muro contro muro tra la donna e gli uffici comunali competenti, tenuti ad applicare il capitolato d'appalto. «Pagherò il servizio che, da quest'anno, per gli altri bambini è gratuito», propone la donna. Non riuscendo a far valere quelli che a suo dire sarebbero i sacrosanti diritti della figlia, ieri mattina si rivolge al nostro giornale, che gira i dubbi e la proposta della lettrice all’amministrazione comunale. «A distanza di un'ora dall'intervento della Nuova – dice la donna "la dichiarazione di domicilio che avevo presentato in Comune tre giorni fa è stata accettata. La mia bambina frequenterà di nuovo la ludoteca a patto che paghi una piccola quota».

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