La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Si ferma per ora sulla trascrizione delle intercettazioni telefoniche l’udienza preliminare per il sequestro lampo del dirigente di Banca Intesa Paolo Cosseddu e della moglie Pietrina Secce, prelevati nella loro casa di Galtellì e la mattina dopo costretti dai banditi a far aprire dal cassiere la cassaforte della sede di Orosei per consegnare i 45 mila euro che vi erano custoditi. Gli imputati sono Graziano Pinna (40 anni) di Nuoro e Giovanni Sanna (52) di Macomer, l’accusa è sequestro di persona a scopo di estorsione. Al rapimento - stando alle accuse - avrebbe partecipato anche Pierpaolo Serra (58 anni) di Irgoli, trovato morto un anno dopo all’interno della sua Golf sulla strada Irgoli-Orosei. I difensori Aurelio Schintu e Desolina Farris hanno chiesto al giudice Cristina Ornano la trascrizione di alcune conversazioni telefoniche intercettate che non sono entrate nel fascicolo processuale. Il 21 novembre, con il consenso del pm Gilberto Ganassi, il magistrato nominerà nel corso di un’udienza stralcio i periti destinati a eseguire il lavoro di trascrizione, quindi sarà fissata una nuova udienza per la discussione.

La vicenda è nota. Sono le 20.45 del 3 ottobre del 2007 quando tre uomini col viso coperto da passamontagna e armati di pistole fanno irruzione a casa di Cosseddu e passano la notte nell’abitazione minacciando il dirigente di banca e la moglie. La mattina dopo, alle 7.30, li costringono a recarsi con loro a Orosei e ordinano al bancario di chiamare il cassiere Marco Palimodde. Sotto la minaccia delle armi l’impiegato apre la cassa e consegna ai malviventi tutto il denaro. Quindi la fuga.

A Pinna e Sanna la Dda arriverà grazie ad alcune conversazioni tra Sanna e lo scomparso Serra in cui emergerebbero accenni al colpo messo a segno a Orosei. (m.l)