La Nuova Sardegna

NUORO. «La spedizione al Pumori si è ufficialmente chiusa ieri. Non c'erano più le condizioni per continuare senza sottoporsi a rischi enormi». L’alpinista Angelo Lobina ha comunicato così ieri, nella sua pagina Facebook molto seguita dagli appassionati di montagna e non solo, la decisione di non proseguire nella scalata della montagna Pumori, 7161 metri ,una delle imprese più difficili in Himalaya. «Ieri – ha scritto Lobina – mentre i miei compagni di spedizione (5 sloveni), lasciavano il campo base io salivo al c2 per vedere... se proprio non si trovava una soluzione, ben sapendo che ormai sarebbe apparsa disperata visto che ero rimasto solo. Nella risalita del canale che porta ai 6200 del c2, io e Pemba siamo stati bersagliati da scariche di pietre e blocchi di ghiaccio, alcuni più grandi del frigorifero che ho in casa». L’abbandono dell’impresa è stata una scelta amara per lo sportivo che ha portato a termine le Seven Summits, la scalata delle vette più alte dei sette continenti. «È stato difficile ammettere che non avevo soluzioni e decidere di abbandonare il campo. Coloro che mi stanno vicino sanno quanti sacrifici e quanto tempo sono necessari per preparare un simile obiettivo. Mentre inizio la discesa ho gli occhi umidi, e il vento gelato dei 6000 mt. Razionalmente so di aver preso la giusta decisione ma il cuore è molto offeso. Del resto la montagna insegna, quando dá e forse ancor di più quando nega». Una esperienza positiva comunque per Lobina. «Ho riempito gli occhi e il cuore di immagini ed emozioni che resteranno impresse per sempre nella memoria».