La Nuova Sardegna

Nuoro

Scambio d’accuse in aula tra il pm e l’avvocato

Vacca contro Doneddu per alcune affermazioni fatte nell’arringa: «Azioni per tutelare il mio ufficio»

18 ottobre 2018
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NUORO. L’ultima fase della discussione, quella destinate alle repliche, riserva un colpo di scena. Il pubblico ministero Andrea Vacca, che dapprima ha seguito l’inchiesta sulla morte di Gianluca Monni e la scomparsa di Stefano Masala e poi ha rappresentato la pubblica accusa di fronte alla Corte d’assise di Nuoro chiedendo l’ergastolo per Alberto Cubeddu, lancia un siluro contro un difensore del giovane ozierese, l’avvocato Mattia Doneddu. «C’è grande rammarico e tristezza per le parole gravissime pronunciate dall’avvocato Doneddu durante l’arringa. Sentir parlare di carte smarrite o sottratte è inaccettabile, pur nel rispetto della dialettica» tuona Vacca che dice di voler valutare la possibilità di azioni a tutela della sua persona e dell’ufficio che rappresenta. Vacca riprende poi i fili dell’impianto accusatorio e contrasta le deduzioni sollevate dal collegio difensivo negli ultimi due giorni con le sue controdeduzioni. «Ci sono prove certe. Il fatto che fosse a Orune è certo: lo dice lui. La macchina di Masala bruciata a Osaspera è un’altra prova certa. Indizi precisi, gravi e concordanti, che acquistano una forza dirompente» dichiara il pm Vacca.

«Gli indizi si danno la mano e viaggiano in un’unica direzione». I messaggi tra i due cugini, le intercettazioni tutto, secondo il pm va in un’unica direzione, quella della colpevolezza di Alberto Cubeddu. «Non c’è un unico atto della difesa che porta a incrinare la tesi accusatoria» dice passando a elencare quelli che ritiene “errori” degli avvocati di Cubeddu.

La replica, brevissima, delle parti civili è affidata all’avvocato Rinaldo Lai che vuole «spazzare via una piccola suggestione» sul riconoscimento di Stefano Masala da parte di Gerolamo Becciu a Pattada. Le tracce di Stefano sono state rinvenute dai cani molecolari proprio nella zona dell’avvistamento ma Lia non accetta che ci si affidi al fiuto di cane. «Non è un elemento di prova: i cani non parlano». Chi invece rinuncia alla replica, a causa di quanto dichiarato dal pm nei suoi confronti, è Mattia Doneddu. «Sono un avvocato libero – dice – e tale intendo restare». (g.f.)

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