La Nuova Sardegna

Nuoro

«Caro Tari, la folla ci accerchiò»

di Valeria Gianoglio
«Caro Tari, la folla ci accerchiò»

Al processo per oltraggio all’ex sindaco, parlano gli assessori: «Ci gridavano “ladri”, “vessatori”»

19 ottobre 2018
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NUORO. «Quel pomeriggio, lo ricordo bene, eravamo in riunione di maggioranza, e dovevamo discutere di tributi. A un certo punto, da fuori, ci dicono che c’erano un centinaio di persone esagitate che volevano parlare con il sindaco della Tari e dei rincari. Siamo usciti dalla stanza per cercare di calmare gli animi e ci hanno accerchiato. Ci gridavano “Ladri”, “vessatori”, “siete i soliti politici”». Era finita in modo piuttosto vivace, quattro anni e un mese fa, intorno alle 18 del 18 settembre 2014, al primo piano del palazzo comunale di via Dante, e l’allora assessore al Bilancio, Tore Daga, lo ricorda piuttosto bene. Daga, insieme ai suoi ex compagni di giunta, Luca Lapia, all’Ambiente, e Leonardo Moro, vicesindaco, ieri mattina hanno deposto come testimoni al processo davanti al giudice monocratico Luisa Rosetti che vede come parte lesa l’allora sindaco Sandro Bianchi, e un carrozziere nuorese, Antonio Gallu – difeso dall’avvocato Francesco Lai – a giudizio per oltraggio al primo cittadino.

Il fatto contestato risale, dunque, a poco più di quattro anni fa e aveva scatenato diverse prese di posizione a Nuoro città, oltre a richiedere l’intervento della polizia, e a sollevare accuse di strumentalizzazioni politiche sullo sfondo. Ma con il tempo, e la remissione della querela che aveva presentato a suo tempo l’ex sindaco Bianchi, i fatti si sono parecchio ridimensionati e a processo è rimasto l’unico capo d’imputazione procedibile d’ufficio: l’oltraggio, mentre sono cadute le lesioni. I fatti si sono ridimensionati anche perché, come hanno ricordato ieri i tre ex assessori «vanno inseriti nel contesto di quel periodo». Tirava aria di forte malcontento, in quelle settimane, a Nuoro, e per un motivo che toccava in modo pesante le tasche dei residenti: erano cambiate le regole per la Tari e la giunta aveva applicato nuove tariffe. Tra i tanti colpiti dai rincari c’era anche il carrozziere nuorese Antonio Gallu. Sposato, padre di due figli, Gallu aveva ricevuto una bolletta Tari per la bellezza di 6000 euro. E come tanti altri nuoresi non ci aveva visto più: si era unito al centinaio di persone decisamente arrabbiate che si erano presentate in Comune chiedendo di poter parlare con il sindaco Bianchi per chiedere i motivi dei rincari Tari e magari anche una inversione di tendenza. «Avremmo dovuto incontrare i cittadini al termine della riunione di maggioranza – ricorda l’ex assessore all’Ambiente, Luca Lapia – ma siamo dovuti uscire prima perché abbiamo sentito diverse voci. C’erano tante persone che inveivano contro di noi. Ma erano un po’ tutti, non certo il solo Gallu. Io, peraltro, non ho assistito all’episodio per il quale c’è il processo. Dietro tutto c’era anche un po’ di strumentalizzazione politica. C’erano anche rappresentanti dell’opposizione». «Quella sera – ricorda anche l’allora vicesindaco Leonardo Moro – la folla ha sfondato i controlli all’ingresso ed è arrivata al piano dove eravamo noi. Ci insultavano tutti. Rimasi colpito perché c’erano anche famiglie e ho visto anche qualche consigliere comunale. Ma non ho assistito ai fatti contestati e allo scambio di battute tra Gallu e il sindaco». Nessuno dei tre ex assessori, insomma, ha visto l’imputato al momento del presunto oltraggio al sindaco. E tutti e tre hanno concordato sul fatto che le frasi ingiuriose arrivavano da tanti cittadini, non da uno in particolare. Alla prossima udienza, il 14 febbraio, verranno sentiti, come testi del pm, quattro agenti della polizia giudiziaria intervenuti quella sera, e, come testi della difesa, due agenti di polizia.

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