La Nuova Sardegna

SINISCOLA. È passato ormai un secolo ma della terribile epidemia di febbre “Spagnola” che provocò cinquanta milioni di morti in tutto il mondo se ne parla ancora con timore. Alla fine del primo conflitto mondiale, il virus contagiò almeno un miliardo di persone, una vera e propria pandemia che si manifestava con febbre, dolore agli arti e tosse per poi sviluppare una violenta polmonite che portava spesso alla morte una popolazione indebolita dalle restrizioni. A sviluppare quel terribile virus (ma questo lo si appurò molti anni dopo), fu una variante del virus H1N1 arrivato in Europa nel 1917 pare da soldati provenienti dagli Stati Uniti. Un terzo della popolazione mondiale venne colpita dalla terribile “Spagnola” e in Sardegna, si calcola che le vittime furono almeno tredicimila. Sarà Eugenia Tognotti, ordinaria di storia della medicina e scienze umane all’ateneo di Sassari a parlarne questo pomeriggio alle ore 17 nell’aula magna dell’istituto Oggiano. La studiosa curerà gli aspetti dell’epidemia in riferimento alla situazione in Sardegna. L’isola aveva già pagato un tributo altissimo, in termini di vite umane, nella Grande Guerra e si trovò ad affrontare una piaga ancora più letale e aggressiva contro la quale non c’erano armi di difesa, se non la debole resistenza di una popolazione prostrata dalle privazioni e da uno stato di generale malessere. Eugenia Tognotti è impegnata da anni in un campo di ricerca che fa capo alla storia delle malattie, nei diversi contesti storici e all’impatto culturale e sociale delle emergenze epidemiche, dalla spagnola, all’aviaria, alla Sars a cui ha dedicato trentasei pubblicazioni, molte delle quali su prestigiose riviste scientifiche internazionali. L’incontro è organizzato dal Rotary club baroniese, Coordina Rita Bomboi presidente del distretto 2080.