La Nuova Sardegna

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ollolai 

«Dighe alla Regione, ai Comuni la gestione risorse»

di Michela Columbu
«Dighe alla Regione, ai Comuni la gestione risorse»

Per il presidente dell’Unione Barbagia, Arbau, il territorio deve avere una contropartita

19 ottobre 2018
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OLLOLAI. Efisio Arbau, presidente dell’Unione dei Comuni Barbagia e primo cittadino di Ollolai, interviene sulla questione che ha riguardato le dighe del Coghinas, dell’Alto Flumendosa e del Taloro che nei giorni scorsi sono tornate in mano alla Regione e dal primo gennaio saranno gestite da Enas. Per il primo cittadino, che già si era interessato alla questione da consigliere regionale, il coinvolgimento del territorio che ospita in particolare la diga del Taloro e del quale fanno parte diversi comuni all’interno dell’associazione di comuni, è sempre stato un tassello importante nella procedura di riappropriazione delle dighe. E infatti ora, dopo la notizia della Regione in cui le dighe passeranno a Enas dal primo gennaio 2019, è convinto del fatto che i paesi del bacino debbano avere una contropartita congrua derivata dallo sfruttamento delle proprie risorse. «I barbaricini devono avere i soldi che si producono dallo sfruttamento del nostro territorio. Da notizie giornalistiche apprendiamo che la proprietà e la gestione delle dighe che producono energia idroelettrica passerebbe all’Enas (ente regionale) ma nessuno ci ha ancora coinvolti. Fino ad oggi – spiega il primo cittadino – le dighe erano state date in concessione all’Enel e la Regione ci ha fatto accordi e accordicchi sul nostro territorio – continua Arbau – È una storica battaglia della Barbagia quella del controllo del territorio e dei cespiti che si producono, che, peraltro, avevo già portato in Consiglio regionale con una interrogazione in cui chiedevo di «risolvere la situazione relativa all’acquisizione al patrimonio regionale delle centrali idroelettriche, illegittimamente detenute da Enel Spa». Il prossimo passo, tuttavia, deve essere quello di dare ai Comuni e nello specifico al Consorzio Imbrifero Montano del Taloro la gestione delle risorse. Occorre costituire un sistema idroelettrico democratico che consenta ai territori interessati dai bacini di avere una congrua contropartita economica. Evitare che a un monopolista romano se ne sostituisca uno cagliaritano, peggio se pubblico, che lascia sul territorio i disagi in cambio di una elemosina e del ricatto di pochi posti di lavoro».

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