La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidi di Orune e Nule, attesa per la sentenza

La Corte d’assise ancora riunita in camera di consiglio per decidere sulla sorte di Cubeddu

19 ottobre 2018
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NUORO. La prima notte in camera di consiglio è trascorsa e il verdetto non è arrivato. I sei giudici popolari, il giudice a latere Federico Loche e il presidente, Giorgio Cannas, che compongono la Corte d’assise di Nuoro, mercoledì sera, al termine di tre giornate particolarmente impegnative, si sono ritirati in un luogo riservato per decidere le sorti di Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri accusato del duplice omicidio di Orune e Nule. Non sarà un compito facile. Sul 22enne incombe la richiesta, pesantissima, del pubblico ministero Andrea Vacca: quella di una condanna al carcere a vita. Tocca a loro stabilire se le prove portate in aula dalla pubblica accusa sono sufficienti a stabilire, oltre ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza del ragazzo. Cubeddu con il cugino Paolo Enrico Pinna (già condannato a 20 anni di due gradi di giudizio dal Tribunale dei minori di Sassari), avrebbe progettato di far sparire Stefano Masala, 29enne di Nule e, dopo avergli sottrargli l’auto utilizzata la mattina dell’8 maggio del 2015 per l’agguato allo studente orunese Gianluca Monni, avrebbe materialmente esploso i tre colpi di fucile calibro 12 che hanno causato la morte dello studente. L’attesa è snervante. Lo è per i familiari delle due vittime, che attendono di sapere la verità, e nel caso dei Masala attendono di sapere che fine ha fatto il corp o di Stefano, lo è per i familiari di Cubeddu che hanno sempre creduto nell’innocenza del figlio. Lo è per gli avvocati della difesa e per quelli di aprte civile e anche per chi ha seguito, udienza dopo udienza, un processo delicato e dalla fortissima carica emotiva. Difficile ipotizzare quando la giuria scioglierà la riserva. Forse questo pomeriggio ma non è escluso che la riflessione dei giudici vada avanti ancora. (g.f.)

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