La Nuova Sardegna

Nuoro

il progetto 

La scuola unisce Macomer alla Repubblica moldava

di Alessandra Porcu

Si rinnova con successo lo scambio interculturale tra l’istituto Caria e il liceo di Chisinau 

20 ottobre 2018
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MACOMER. Oramai è diventato un appuntamento fisso. Da quattro anni lo scambio interculturale tra gli alunni del Liceo teoretico “Jon Creang?” di Chisinau, capitale della Repubblica Moldava, e quelli delle seconde medie dell’Istituto comprensivo “G.Caria” di Macomer è una bella realtà. «I ragazzi sono i veri ambasciatori del popolo» afferma Corneliu Solomon Dirigente scolastico moldavo. «Da loro _ aggiunge Sergio Masia preside del Caria – bisogna ripartire per educare all’accoglienza, al rispetto delle diversità e alla conoscenza dell'altro». In un periodo storico in cui si costruiscono muri, si limitano i confini e si torna prepotentemente a parlare di singole nazioni e non di Europa, l'incontro tra giovani di paesi lontani resta una delle possibili soluzioni per riportare al centro valori come dialogo e unità. Proprio in questi giorni gli otto ragazzi moldavi, accompagnati da tre professori, vengono accolti da altrettante famiglie sarde, sette di Macomer e una di Borore.

«È un’esperienza unica che apre il cuore e la mente» sottolinea Cinzia Contini, mamma bororese che ha spalancato le porte della sua casa. Anche gli studenti, veri protagonisti del gemellaggio sardo-moldavo, non nascondono l’entusiasmo. «A maggio, quando io e i miei compagni siamo partiti per la Moldavia – dice un'alunna di Macomer – ho avuto la possibilità di visitare un Paese bellissimo e di conoscere i suoi abitanti. La famiglia che mi ha ospitato è stata accogliente, mi sono sentita a casa». Il merito dell’iniziativa è quello di avvicinare persone che, nonostante parlino lingue differenti, mangino cibi diversi e abbiano tradizioni e culture estranee le une alle altre, decidono di conoscersi e di restare in contatto, anche dopo molti anni. Piccoli miracoli dell’Europa 2.0.

Il soggiorno in terra sarda è stato ricco di appuntamenti per i giovani moldavi. Accolti dagli amministratori locali, hanno avuto la possibilità di visitare i luoghi caratteristici di Macomer e Borore e di gustare i piatti tipici. Hanno ammirato i costumi della tradizione folk isolana e ascoltato le sue caratteristiche melodie. Ma più di tutto, i ragazzi hanno dimostrato come la bellezza dei popoli risieda proprio nella loro diversità e che solo conoscendo “l'altro” si possono sconfiggere paure e pregiudizi.

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