La Nuova Sardegna

Nuoro

Macomer si ribella ai tagli «Non toccate la sede Inps»

di Sandro Biccai
Macomer si ribella ai tagli «Non toccate la sede Inps»

Pensionati, studenti e utenti protestano contro la paventata chiusura dell’ufficio Se venisse soppresso gli utenti dovrebbero recarsi a Nuoro per ogni necessità 

20 ottobre 2018
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MACOMER. «Il rischio di chiusura dell’Inps qui a Macomer? Se ne parla già da anni e non è mai successo nulla di concreto. Sarà così anche questa volta». Il giovane che parcheggia la sua utilitaria proprio davanti alla sede Inps di piazza Sant’Antonio non pare dare molto credito all'ipotesi che anche Macomer possa essere interessata dal piano che prevede il decentramento territoriale di otto sedi Inps in diverse zone dell'isola. La sua è, però, una posizione del tutto isolata. In generale prevalgono, infatti, pessimismo e una certa dose di rassegnazione. Un pensionato, seduto in compagnia di un gruppo di amici su una delle panchine addossate al muro perimetrale dello stabile che ospita l’Inps, l'ufficio del giudice di pace e il Gal Marghine, osserva: «Ho il timore che la sede di Macomer abbia ormai i giorni contati. Purtroppo dovremo andare a Nuoro per tutte le pratiche e la cosa non può fare piacere. Continuando con la politica dei tagli qui non resterà più nulla». «È un servizio molto importante che si rivolge ad un territorio vasto e ad un bacino d’utenza significativo – è il commento di Germano Gordini, titolare dell'edicola al centro della piazza- Eliminarlo significherebbe commettere un' ingiustizia, in particolar modo ai danni degli anziani, gli utenti più numerosi, che sarebbero costretti a spostarsi a Nuoro con disagi facilmente immaginabili». A pochi metri, all'interno del suo tabacchino, Toniola Nasti, è dello stesso avviso: «Sarebbe un danno davvero serio per il venir meno di un servizio essenziale per tutta la popolazione. Ma non trascurerei neanche l’impatto negativo sulle attività economiche che gravitano intorno a Piazza Sant’Antonio. Io, ad esempio, lavoro molto con le persone che vengono dai paesi del circondario e che hanno bisogno di fare fotocopie. Speriamo ci siano i margini per mantenere gli uffici aperti».

Una studentessa universitaria di Bolotana si sofferma su un altro aspetto: «Fino a poco tempo fa il portale dell'Inps era estremamente semplice e di facile intuizione. Ora è diventato un vero e proprio ginepraio nel quale è difficile orientarsi. Questo spinge molti a recarsi personalmente allo sportello per reperire documenti, ad esempio la certificazione unica, che si potrebbero scaricare tranquillamente online accedendo con il proprio pin. Ritengo necessario che Macomer continui a conservare gli uffici Inps indipendentemente dal rispetto o meno dei parametri introdotti dall'alto senza tenere conto delle peculiarità dei territori e dei disagi che si verrebbero a creare». Mentre aspetta il passaggio dell’autobus, Iolanda Sannia osserva: «È un deserto che avanza. L’Inps di Macomer non va chiusa così come va salvaguardato il vicino ospedale di Ghilarza. La gente ha bisogno di servizi, altrimenti va via». All’esterno del vicino bar si pone l’accento su un altro aspetto: «Il comune di Macomer ha concesso i locali all'Inps in comodato gratuito. Ed ora si riparla di chiusura. È assurdo». L’intervento di un lavoratore stagionale offre una diversa chiave di lettura dell'intera questione: «Capita spesso che gli sportelli periferici come quello di Macomer non siano in grado di dare risposte esaustive agli utenti e che, pertanto, vi sia la necessità di recarsi negli uffici di Nuoro. Per cui lancio una provocazione: o si fanno vivere seriamente le sedi periferiche, arricchendole di servizi e personale, o è meglio che ne venga decretata la cancellazione per concentrare tutto in poche sedi centrali».

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