La Nuova Sardegna

Nuoro

Un piano di Confindustria sul turismo minerario

Un piano di Confindustria sul turismo minerario

Da Orani parte il progetto che punta a valorizzare un patrimonio abbandonato Bornioli: «Può diventare una grande opportunità di crescita per il Nuorese»

25 ottobre 2018
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ORANI. Orani come a Lula e Gadoni: «Il patrimonio minerario della Sardegna centrale – dice il presidente della Confindustria nuorese Roberto Bornioli – riveste per la nostra economia un interesse ancora attuale, da valorizzare e promuovere, anche come leva per creare nuove attività di impresa». Il turismo minerario rappresenta una grande opportunità di crescita per il Nuorese e le sue zone interne che vanta Funtana Raminosa a Gadoni, la più grande miniera di rame dell’isola chiusa nel 1987, le miniere di talco di Orani, dove i protosardi estraevano la steatite per la creazione delle statuette delle Dea Madre, e le miniere di Lula, sfruttate sin dai Romani. «Un patrimonio storico, culturale, tecnologico e industriale che può e deve essere valorizzato anche al fine di creare nuove opportunità di impresa e di lavoro per i nostri giovani» sottolinea Bornioli.

Con questi intenti Confindustria promuove, in collaborazione con la Camera di commercio di Nuoro, il progetto “Turismo minerario, un giacimento per la crescita e l’occupazione” che parte domani a Orani (ore 16,30, sala polivalente ex Valchisone, località Istolo) e proseguirà venerdì 23 novembre a Gadoni. Due giornate di approfondimenti sulle potenzialità delle miniere del centro Sardegna, risorse che se opportunamente valorizzate «possono rafforzare la rete di attrattori culturali e ambientali del territorio anche in un’ottica turistica e produttiva. Per questo come Confindustria proporremo che il turismo minerario, insieme al Trenino verde, sia inserito all’interno del progetto Sardinia east land, di cui si parla in questi giorni a Nuoro nell’ambito della “Nuoro travel week”. Il nostro progetto sul turismo minerario – aggiunge ancora Bornioli – coinvolge diversi paesi delle zone interne del Nuorese, Orani, Lula, Gadoni e Seui. Servono azioni mirate per potenziare e mettere in rete il patrimonio minerario del Nuorese e il progetto Sardinia east land è il contenitore ideale per valorizzarli e promuoverli. Forse non tutti sanno che due delle otto aree che compongono il Parco geominerario della Sardegna si trovano in provincia di Nuoro: un’area di 500 km2 con numerosi siti. Tra questi, Funtana Raminosa a Gadoni e Sos Enattos a Lula, che se riaperti hanno un enorme potenziale per lo sviluppo del territorio, soprattutto per la creazione di nuove imprese. La creazione di nuova occupazione e di nuove forme di auto imprenditorialità è uno dei punti chiave del nostro progetto che coinvolge anche l’Aspal Sardegna, con un ruolo attivo per attività di animazione e informazioni». Il Parco geominerario della Sardegna, il primo a essere inserito nella rete Unesco nel 1997, «rappresenta un enorme potenziale inespresso in termini di sviluppo turistico, soprattutto delle aree interne. Orani – prima tappa del nostro progetto sul Turismo minerario – rappresenta un unicum in Sardegna per la presenza di miniere in produzione: qui la valorizzazione dei siti si integra con l’attività industriale. Orani, dove le miniere sono lavorate dal 1917, ha una lunga e consolidata tradizione mineraria, attorno alla quale ha ruotato buona parte dell’economia del paese. Oltre all’interesse economico, le miniere di Orani hanno un’importanza storica e culturale. La valorizzazione delle miniere rappresenta dunque un trampolino di lancio per l’inserimento di Orani e del Nuorese all’interno di circuiti turistici più ampi, che rappresentano l’occasione per lo sviluppo di una rete di servizi e di nuove forme di autoimpiego». (r.n.)



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