La Nuova Sardegna

Nuoro

Su mortu mortu, il rito che unisce la Barbagia

di Nino Muggianu
Su mortu mortu, il rito che unisce la Barbagia

Da Dorgali a Oliena fino a Orgosolo e Mamoiada oggi al via la corsa ai dolci tipici Gruppi di bambini festanti passeranno di casa in casa a caccia dei doni più belli

02 novembre 2018
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DORGALI. Su pedi coccone a Dorgali e in molti centri della Baronia; Pane e binu a Oliena; Sas animas a Orgosolo e Mamoiada. Riti della tradizione che ogni anno, in questi giorni, si rinnovano per la gioia di centinaia di bambini che chiedono doni in nome de sas animas.

A Dorgali, è tutto pronto per l’edizione 2018 di «su pedi coccone» in programma oggi. Di buon mattino si cominciano a tirare fuori dalle cantine i vecchi pischeddos (cestini fatti di canne) e impolverati, rimasti per un anno inutilizzati. Fuori anche i più capienti e moderni zainetti da riempire di dolci, frutta, giochini e anche soldini. Tutto nel segno dell’antica usanza che ogni volta diventa un appuntamento imperdibile per tutti i bambini e i ragazzini del paese che attendono con trepidazione il momento.

Una mattinata in cui un piccolo esercito festoso si impadronisce del paese, bussa di casa in casa a caccia del dono più bello e consistente. Un’ottima occasione anche per scoprire gli angoli nascosti del paese dove si passa raramente. I bambini si organizzano in gruppi separati.

A unirli un solo slogan che detto in coro richiama l’attenzione degli abitanti delle case: «Zi, a milu dais su Pedicoccone»? E se la risposta della padrona di casa è: «Ch’este dau» (è finito), la regola non scritta prevede la prosecuzione, in coro, della filastrocca, non proprio delicata che dice: «Su culu marteddau e postu in sa urredda e fattu a chisinedda». Una sorta di punizione esemplare per la padrona di casa, colpevole di aver dato tutto agli altri bambini o, ancora peggio, di non avere preparato una giusta quantità di doni.

A Oliena la tradizione di “su pane e binu” è sentita dai bambini ma sopratutto dai grandi. Un’usanza che si perde nella notte dei tempi e che ogni volta si rinnova magicamente. Le strade del paese si riempiono sin dal primo mattino di gruppi di bambini armati di buste, sacchetti o zainetti che bussano nelle case per ricevere cioccolati, caramelle, merendine e giochi. Una versione moderna dell’usanza che fino a qualche decina di anni fa vedeva i bambini in giro con una “cuscinera” (una federa) rigorosamente bianca o su pischeddu (il cestino) fatto di canne o di asfodelo. Tradizione passata nel dimenticatoio e che solo di rado si rinnova con bimbi, figli di genitori nostalgici ancora legati al loro passato, quando a gruppi, riempivano le vie del paese armati di cestini per chiedere su pane e binu, il cibo per le anime che altro non era che castagne, noci, arance, mele cotogne, mandorle e fichi secchi. Adesso, tutto è cambiato: orribili buste di plastica con tanto di sponsor hanno preso il posto della candida “cuscinera” e di su pischeddu e vengono riempite anche di cd e bambole.

Segno di una modernità galoppante che è riuscita a trovare spazio anche con su Pane’e binu, elementi più naturali delle produzioni locali olienesi. Altri tempi, ma c’è ancora chi ha mantenuto l’usanza, oltre ai dolci tipici della festa, la tradizione prevedeva che nella notte si lasciasse una tavola imbandita con i cibi cucinati e pronti per essere consumati dalle anime. Riti che non sempre però, riescono a resistere alla frenesia del moderno vivere.

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