La Nuova Sardegna

LODÈ. A otto giorni di distanza dalla frana caduta sulla strada provinciale 3, la Siniscola-Lodè, la strada è ancora chiusa al traffico e a seguito di un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi da un geologo inviato dalla Provincia, è emerso un quadro pessimistico sulla situazione del terreno sovrastante. Rispetto a qualche anno fa infatti, la situazione di stabilità delle rocce e dei trovanti posti a monte della strada è peggiorata. Confrontando le fotografie effettuate in occasione di un’altra frana, è emerso che distacchi di pochi centimetri, si sono allargati di dieci o venti volte rendendo instabile il terreno soprattutto in casi di forti precipitazioni come quelle di questo periodo. Serve quindi un intervento radicale e un finanziamento abbastanza elevato che dovrà essere richiesto alla Regione. Sino ad ora è stata effettuata una pulizia superficiale ma è stato appurato che serve un intervento ben più profondo per evitare ulteriori distacchi delle rocce in bilico che andrebbero sostenute con reti paramassi. «Mi hanno informato che la situazione è molto seria – dice il sindaco di Lodè Graziano Spanu – spero che si trovino immediatamente le risorse e nel giro di qualche settimana termini il calvario a cui sono sottoposti i miei compaesani che per raggiungere Nuoro e Siniscola, devono fare un largo giro da Torpè in una strada non certo più sicura. Siamo pronti a fare le barricate – aggiunge Spanu – perché stanchi di vedere che le poche risorse disponibili, vengono date a chi fa la voce più grossa». Che la situazione sia seria lo conferma anche il vicesindaco di Siniscola Marco Fadda. La strada ricade infatti nel territorio di questo comune ed oltre ad essere l’unica arteria che porta sul Montalbo, viene utilizzata quotidianamente da studenti e pendolari che da Lodè e Sant’Anna si spostano nei centri della costa. (s.s.)