La Nuova Sardegna

Nuoro

Un nuovo appello per Ottana

di Stefania Vatieri

Provincia e Comuni sollecitano il governo per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa

06 novembre 2018
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NUORO. Ancora nessuna risposta dal ministero dello Sviluppo Economico per il polo industriale di Ottana. A distanza di sei mesi dall'istanza di riconoscimento di area di crisi industriale complessa per il sito di Ottana, Bolotana e Noragugume, il commissario straordinario della Provincia richiama le forze politiche, le istituzioni e il Governo affinché la “questione Ottana” non finisca nel dimenticatoio. Tidu ieri ha convocato un incontro con i parlamentari del territorio, alla presenza degli amministratori locali, a partire dal sindaco di Ottana, Franco Saba, il presidente dell'Unione comuni Marghine e sindaco di Macomer Antonio Succu e la sindaca di Bolotana Annalisa Motzo, chiamati a raccolta con l'obiettivo di mantenere alta l'attenzione sul sito industriale. Meno nutrita la presenza dei parlamentari: era presente solo Alberto Manca del M5s.

«Occorre puntare su un nuovo modello di sviluppo che rilanci il manifatturiero con una conseguente apertura ad altri comparti – ha esordito Tidu –. Un modello basato non più sulla grande industria ma sulle piccole e medie imprese e sui settori emergenti sui quali puntare nel presente e nel futuro», spiega l'amministratore straordinario della Provincia nuorese. A monte ci sarebbe però da risolvere il grande problema delle bonifiche per dare l'immagine di un sito sicuro dal punto di vista ambientale e appetibile per nuovi insediamenti. Il 20 aprile scorso infatti la Giunta regionale ha deciso, con una delibera, di presentare al Mise l’istanza di riconoscimento di area di crisi complessa per il sito industriale di Ottana, approvando anche il relativo dossier. Nell’istanza viene sottolineato come la crisi industriale del polo di Ottana, iniziata nel lontano 1995, abbia determinato, soprattutto negli ultimi 10 anni, una gravissima recessione economica e una perdita di posti di lavoro di rilevanza nazionale, con conseguente disagio sociale diffuso, non solo per le realtà imprenditoriali ma anche per l’intero indotto a esso collegato e per le popolazioni locali.

«Nella proposta – ha continuato il commissario straordinario – oltre a un dossier sullo status quo, c'è una visione programmatica sui punti di forza e di debolezza del distretto Ottana-Bolotana e un progetto di riconversione. L'obiettivo è di concentrare risorse regionali e statali in incentivi territorialmente localizzati, in grado di superare le difficoltà economiche di un'area che risente anche del problema insularità».

Si tratta del riconoscimento dello status di area di crisi complessa in attuazione del dl n. 83 del 2012 e riguarda il caso di uno specifico settore industriale ad alta specializzazione nel territorio. Il progetto di riconversione e riqualificazione industriale dovrà promuovere gli investimenti produttivi in cinque ambiti prioritari: polo della gomma e della plastica, filiera del materiale isolante, filiera dell'economia circolare, filiera dell'agroindustria e logistica del freddo. Nel dicembre del 2016 il Mis aveva inserito Ottana nell'elenco dei territori ammessi alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa. «Quello che chiediamo oggi invece è che il sito industriale venga riconosciuto come area di crisi complessa con l'intento di rilanciare l’intero territorio barbaricino», conclude Tidu.

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