La Nuova Sardegna

Nuoro

I residenti storici: «C’è troppa incuria»

I residenti storici: «C’è troppa incuria»

I problemi di chi abita e frequenta da sempre la zona le buche di via Croce, le discariche, i pozzetti scoperti

07 novembre 2018
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NUORO. «C’è tanto da fare qui, basta che guardi intorno, e vedi i cartelli che segnalano i pozzetti sprofondati in via Benedetto Croce, le buche nelle strade, i marciapiedi invasi dalle erbacce, i rifiuti abbandonati dietro il vecchio asilo, vicino all’università. Qui vicino c’è ancora la mulattiera che percorrevo con l’asino e i bidoni del latte, quando ero piccolo. Qui, insomma, in tanti punti c’è ancora il degrado. Eppure da qui non me ne andrei mai, perché qui ci sono nato, qui c’è la mia famiglia, la mia azienda, il mio bestiame. E poi c’è questa bella campagna tutt’intorno». Cinquant’un anni, professione «pastore, e lo dico con orgoglio», moglie, figli e i primi nipoti, Pasquale Mattu, nel rione del Nuraghe è una specie di istituzione. Sarà anche che quando c’è rimboccarsi le maniche per sistemare qualcosa nel quartiere, lui, insieme ad altri, è uno dei primi a farsi avanti. La rete caduta, gli olivi trapiantati, il pozzetto da sistemare: nessuno, qui nella parte del Nuraghe chiamata Carta-Loi e Funtana ’e littu si tira indietro. «Sotto il nuraghe di Tanca Manna i primi lecci li abbiamo piantati noi da ragazzini – ricorda – ma da allora non è che sia cambiato poi tanto». Scuote la testa, vicino a lui, come chi concorda in pieno e provoca un pizzico di sconforto per la situazione del rione, un altro residente storico del quartiere, zona Carta-Loi e Funtana ’ e littu, Joseph Barracca.

Cinquant’anni esatti, proprietario di una rivendita di sanitari, piastrelle e diversi materiali in via Giovanni Battista Melis, anche Barracca, come Pasquale Mattu, il rione lo conosce come le sue tasche. «A questa zona sono affezionato – dice – e nonostante tutto non la cambierei, perché ci vivo da sempre. Il mio negozio sta qui dal ’79, all’epoca, qui intorno, non c’erano manco i funghi. Qui abitavamo con altri del parentado, c’erano solo un paio di case. Sono passati tanti anni, abbiamo festeggiato i 50 anni del negozio, ma le cose qui nel rione non è che siano cambiate poi tanto. Certo, ci sono diverse case in più, e le strade, ma poi c’è tutto il degrado che si vede, non servono tante parole. Basta lo sguardo. Dico solo che quando arrivo al negozio, e percorro via Benedetto Croce, spesso dentro il furgone mi si sfasciano le piastrelle a causa delle buche. Per non parlare, poi, della situazione che si crea quando piove molto, e dalla fonte, da quella zona, si crea una sorta di compluvio che allaga tutto. Bisogna sistemare i pozzetti, questa è una delle priorità della zona. Li puliscono a monte, ma non a valle. Qui raramente passano a occuparsi di queste cose. Il Comune preferisce pensare al centro, ma bisognerebbe pensare anche alla periferia, siamo cittadini anche noi».

Ecco, è l’incuria, dunque, il male che contestano soprattutto i residenti del Nuraghe-Carta Loi. «Qui – continua Joseph Barracca – l’unica via seria di sviluppo per tutta la zona sarebbe avere più cura dell’arredo urbano e migliorare i collegamenti. Un tempo c’era un progetto, una strada di collegamento che da qui, da Funtana ’e littu conduceva alla galleria di Mughina, ma poi non se n’è fatto niente. Idem per la proposta che avevamo avanzato con un’associazione per rilanciare il parco naturalistico di Tanca manna e creare una edicola, progetti di ippoterapia, ludoteche e tanto altro. Ma è rimasto tutto così». «Mancano tanti servizi – spiega, dal canto suo, Giuseppe Manca che insieme a Valeria Sagheddu gestisce l’unica tabaccheria del quartiere, in via Sturzo – ha chiuso anche il market e non c’è nemmeno un bar, una caffetteria. Per questo presto la apriremo noi. Ma poi pensi anche alle cose belle, al fatto, ad esempio, che questo è un quartiere dove i bambini giocano ancora in strada, e allora apprezzi altri aspetti».

«Il quartiere del Nuraghe, con quasi 7000 residenti, è sempre stato quasi una città – racconta l’ex presidente del comitato di quartiere, Ninni Spoto – sin dall’inizio, fin quando il comitato è restato in attività, abbiamo sempre chiesto al Comune interventi sul verde, sulla manutenzione dei marciapiedi, sulle strade. Sono passati tanti anni ma purtroppo la situazione non è cambiata». (v.g.)



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