La Nuova Sardegna

Nuoro

Arru: Regione in campo per sostenere la ricerca

di Giusy Ferreli
Arru: Regione in campo per sostenere la ricerca

L’assessore alla Sanità: interverremo una volta definita la vicenda giudiziaria La Procura ha ormai portato a termine l’inchiesta: gli indagati sono ventuno

17 novembre 2018
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INVIATA A LANUSEI. I campioni genetici di una cinquantina di donatori sono stati restituiti ai legittimi proprietari ma l’intricato caso del Dna ogliastrino, acquistato all’asta fallimentare dalla multinazionale Tiziana life sciences, è lungi dall’essersi risolto. Quasi tutto il materiale biologico prelevato a 13mila ogliastrini nell’ambito del progetto di ricerca SharDna è ancora sotto sequestro nel laboratorio di Perdasdefogu in attesa che la magistratura faccia il suo corso. L’attesa è quasi finita. Il procuratore di Lanusei, che dopo la sottrazione di migliaia di provette dal Parco genetico ogliastrino, dove era custodito un database genealogico della popolazione sarda, aveva avviato un’inchiesta, lo scorso giugno ha concluso le indagini. E già la settimana prossima il procuratore Biagio Mazzeo potrebbe chiedere il rinvio a giudizio di 21 indagati tra i quali gli amministratori e i presidenti che si sono succeduti negli anni nella SharDna e nel Parco Genos, nonché i sindaci di alcuni comuni.

Le vicende controverse del genoma ogliastrino, e quanto verrà a breve stabilito dal gup del tribunale, vengono seguite con attenzione anche a Cagliari. La Regione, che per tutto questo tempo è rimasta alla finestra, rompe gli indugi. Ora infatti c’è l’impegno preciso dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru di farsi carico di un patrimonio importantissimo per la comunità scientifica e per la Sardegna. «Una volta definita la vicenda giudiziaria la Regione è pronta a fare la sua parte e a sostenere la ricerca così come già succede per altri studi genetici nello stesso territorio, ad esempio Progenia», dice Arru.

Nel frattempo la società londinese ha chiesto alla Procura il dissequestro della biobanca. Ottenendo in cambio un fermo diniego. «Ma di fronte al rifiuto della Procura di autorizzare il dissequestro – spiega Mazzeo – non c’è stata nessuna, ulteriore azione». Circostanza questa che potrebbe far pensare a un ripensamento da parte di Tiziana Life. Il clamore mediatico suscitato dalla vendita della biobanca, frutto di un progetto avviato nel 2000 quando Renato Soru decise di fondare col genetista Mario Pirastu SharDna, società di ricerca scientifica fallita e poi acquistata da Tiziana life per 250mila euro, le complesse vicende giudiziarie e il ricorso dell’associazione Identità ogliastrina al garante della Privacy per tutelare i diritti dei donatori, potrebbero aver indotto la multinazionale a cambiare programmi

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