La Nuova Sardegna

Nuoro

«Una canna e bere alcol? È la moda di tanti ragazzi»

di Stefania Vatieri
«Una canna e bere alcol? È la moda di tanti ragazzi»

Dopo l’allarme eroina a Nuoro, la parrocchia del Sacro Cuore organizza un dibattito

19 novembre 2018
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NUORO. Don Piero Mula, parroco del Sacro Cuore, non si stanca di ripeterlo: «Dichiariamo guerra alle droghe mettendo al centro i nostri ragazzi e informandoli sui rischi che possono correre. Se i giovani non hanno un ruolo attivo nella società rischiano di cadere in una condizione di marginalità». Dopo il grido d’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Nuova Sardegna sull’emergenza droga in città, la parrocchia ai piedi del quartiere Nuraghe scende in campo con un incontro sul tema. L’obiettivo è incontrare le nuove generazioni e capire insieme quali possano essere i motivi che spingono sempre più adolescenti del territorio a fare uso di sostanze stupefacenti.

L’evento andato in scena ieri mattina nella sala parrocchiale, ha visto la partecipazione di una nutrita schiera di giovani dai 10 ai 18 anni, che hanno accolto l’invito della sezione giovani della Caritas cittadina, nell’ambito del progetto interparrocchiale “Coro meu”. «Un’idea nata per creare momenti di discussione su tematiche sociali e su problematiche presenti nel territorio, ma anche con l’obiettivo di formare un team di giovani volontari da impiegare in vari ambiti nel territorio – spiega Elisa Meloni, educatrice e volontaria nella Caritas di Nuoro –. Il problema sollevato dal vostro giornale, di cui eravamo già a conoscenza, è stato una vera doccia fredda invece per tantissimi genitori che ignoravano la problematica e che oggi invece ci chiedono di poter partecipare a questi incontri per capire cosa si nasconde dietro lo spettro terribile delle droghe» sottolinea la volontaria.

«Abbiamo voluto organizzare l’incontro in occasione della giornata mondiale del povero – aggiunge l’educatrice e volontaria nella Caritas – perché riteniamo che povero sia anche colui che vive in una condizione di solitudine e marginalità».

Nel corso del dibattito, moderato dalla psicologa e psicoterapeuta Grazia Pala, i ragazzi hanno confermato la sempre più crescente presenza delle droghe nella vita degli adolescenti nuoresi. Sostanze che circolerebbero già dalle scuole medie tra i banchi degli istituti barbaricini, per diventare una vera moda e status symbol al liceo, «dove fumarsi una canna e ubriacarsi il fine settimana è la prassi per il 90 per cento dei ragazzi» spiegano alcuni giovani che sono intervenuti durante l’incontro nella parrocchia. Tra le cause dell’uso e abuso di queste sostanze tra i teenager della città, secondo il gruppo di ragazzi ci sarebbe una scarsa attenzione da parte dei genitori e un bisogno di regole maggiore. «Non è concepibile vedere ragazzini e ragazzine di 14 anni il sabato sera dentro i locali notturni della città bevendo alcolici e fumando – spiegano alcuni –, ogni fine settimana sono almeno una decina i ragazzi che l’ambulanza porta via da un noto locale nuorese per abuso di alcool e stupefacenti. Ci dovrebbero essere regole più severe prima di tutto in famiglia e poi nella società stessa che non dovrebbe permettere tutto ciò».

Una posizione condivisa anche dal parroco della chiesa ai piedi del quartiere Nuraghe, che parlando di lotta alla tossicodipendenza usa parole come accoglienza, amore e sostegno.

Un mix vincente per il sacerdote utile per contrastare «un periodo storico dove i rapporti umani sono sempre più fragili, dove manca lavoro e nuove prospettive per i giovani e dove sempre più spesso le famiglie sono composte da genitori separati – sottolinea il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù, don Piero Mula –. L’eroina non se n’è mai andata, e parlarne ha risvegliato le coscienze. Ha dato una scossa alle istituzioni e messo in luce il problema in un territorio considerato ormai a torto un’isola felice».

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