La Nuova Sardegna

Nuoro

Sanità, i sindaci bocciano il Piano attuativo

di Giulia Serra
Sanità, i sindaci bocciano il Piano attuativo

La conferenza sociosanitaria guidata dal sindaco di Birori teme il depotenziamento dei servizi

24 novembre 2018
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BIRORI. La Conferenza territoriale socio sanitaria della Assl di Nuoro ha bocciato la programmazione attuativa locale per il triennio 2019/21. Ieri mattina i sindaci dei distretti sanitari che fanno capo a Nuoro si sono riuniti per la seconda volta per esprimersi sulla riorganizzazione sanitaria che coinvolge direttamente le strutture locali di Macomer, Siniscola e Sorgono, investite da un rischio depotenziamento in nome del risparmio economico. Le rassicurazioni attese dai vari distretti per scongiurare di imboccare la strada tortuosa del depauperamento e, in alcuni casi, dello smantellamento di alcuni servizi, non sarebbero arrivate nonostante la presenza del direttore Assl dottoressa Cattina. Per questo i sindaci hanno scelto di non dare fiducia al piano attuativo locale. Tanti anche questa volta i primi cittadini che hanno scelto di non partecipare all’assemblea: su 52, solo 19 si sono presentati all’appuntamento fissato dalla presidente della conferenza Silvia Cadeddu, sindaca di Birori. Numero legale raggiunto per un pelo e discussione serrata nel merito delle tante, troppe criticità segnalate in più occasioni, in particolare dai distretti di Macomer e Siniscola. Su proposta della presidente, la conferenza ha invece scelto di stralciare il punto all’ordine del giorno sull’approvazione del piano sanitario regionale, in quanto si è ritenuto che il parere vada acquisito in seno alla conferenza Regione – Enti Locali. Il parere negativo sulla programmazione locale, che non ha un carattere vincolante e quindi non avrà conseguenze dirette sulla riforma sanitaria nel suo complesso, esprime piuttosto un inequivocabile campanello dall’allarme a livello politico, mandando un segnale chiaro di non condivisione di un progetto di riorganizzazione che non ha saputo, evidentemente, dare risposte esaustive ai tanti problemi reali di cui soffre il servizio sanitario nella sua dislocazione locale. «In sostanza – commenta la presidente Silvia Cadeddu – le istanze promosse dai vari distretti sanitari non hanno trovato attuazione dentro la programmazione locale. Questo significa che non ci sono le soluzioni attese da più parti per salvare i distretti dal depotenziamento». Una bocciatura che comunque i presenti alla conferenza non hanno espresso in modo unanime.

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