La Nuova Sardegna

Nuoro

MUSICISTA CONDOTTO IN COMMISSARIATO

di Lamberto Cugudda

TORTOLÌ. «Avrei manifestato anche da sola, in maniera democratica come abbiamo fatto, a 50 metri di distanza dal comizio di Matteo Salvini. Non si può essere schedati solo perché si manifesta il...

25 novembre 2018
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TORTOLÌ. «Avrei manifestato anche da sola, in maniera democratica come abbiamo fatto, a 50 metri di distanza dal comizio di Matteo Salvini. Non si può essere schedati solo perché si manifesta il proprio pensiero». L’avvocata Marcella Lepori, ex sindaca di Tortolì dal 2005 al 2010, per un periodo anche assessora della Provincia Ogliastra, esprime così la propria opinione rispetto a quanto accaduto a lei e ad altre quattro persone (fra queste la sua collega Katia Cerulli), durante il comizio che il vice premier ha tenuto nella serata di giovedì nella piazza antistante la nuova sede della Lega provinciale Ogliastra. I componenti del gruppetto sono stati identificati «da alcuni agenti in borghese della Ps», che si sono comunque qualificati e che avevano il distintivo. Ma, come ha evidenziato Lepori «hanno anche fotografato i nostri documenti con il loro cellulare». Da qui l’intenzione di rivolgersi, insieme a Katia Cerulli, al Garante della privacy.

E proprio quest’ultima ieri sera ha evidenziato «le numerose chiamate di solidarietà che ci sono state fatte da colleghi di tante zone, amici, semplici conoscenti e anche cittadini». Ha quindi evidenziato un passaggio che ritiene importante: «C’è stato anche un intervento di solidarietà del presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Lanusei, Gianni Carrus. E numerosi colleghi ci invitano a proseguire con chiare iniziative a sostegno della libertà di pensiero». Gianni Carrus, nel suo intervento, parte da un presupposto essenziale: «Le libertà fondamentali, in uno Stato civile e democratico, si tutelano e si garantiscono». Precisa che «mai avrei voluto commentare un “fattaccio” come quella accaduto a Tortolì» mentre era presente il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Poi rievoca l’episodio. «Alcune colleghe (con altri liberi cittadini) iscritte al Foro degli avvocati di Lanusei, Marcella Lepori e Katia Cerulli – afferma Gianni Carrus – nell'esprimere il legittimo, pacifico e democratico dissenso, vengono identificate, sembrerebbe da agenti in borghese, con fotografia, tra l'altro, a mezzo cellulari, dei loro documenti con modalità , dunque, tutte da accertare per correttezza e conformità alla legge».

Per il presidente dell'Ordine degli avvocati di Lanusei «esercitare il diritto al dissenso è fondamenta portante e costituente della libertà di tutti noi; governare e avere la maggioranza, non degli italiani, ma degli elettori, non attribuisce a nessuno il potere di zittire e controllare il dissenso e la critica». Ed ecco il monito che giunge da Carrus: «La politica rispetti il diritto, la politica rispetti la legge, la politica rispetti le garanzie e la libertà. Costituzionalmente garantite. Per la tutela dei diritti, per la difesa della democrazia e della Costituzione, per la giustizia, noi avvocati siamo e saremo sempre in prima linea». Per concludere con «un forte abbraccio a Katia e Marcella, e vicinanza ai comuni cittadini che con loro hanno subito il grave affronto».

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