La Nuova Sardegna

Nuoro

lettera da siniscola 

Un tessitore di piccole grandi storie

di AUGUSTO SECCHI
Un tessitore di piccole grandi storie

Il ricordo-omaggio a Vittorio Sella nel giorno del suo funerale

25 novembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





A Vittorio Sella credo di averglielo detto centinaia di volte ed oggi, col cuore imbevuto di tristezza, mi pare giusto ribadirlo per chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo da vicino, di lavorarci fianco a fianco, di apprezzarne il metodo da investigatore mai sazio di conoscenza: il mio amico Vittorio era un tessitore di piccole storie. Un tessitore tormentato dal timore che, quelle piccole storie, fossero dimenticate, messe in disparte, eclissate dalla grande storia o, per dirla con le parole del suo ultimo romanzo, “dae s’abba de s’irmenticu chi punnat a cucuzare”. L’acqua del dimenticatoio il mio amico Vittorio l’ha combattuta con tutte le sue forze e la grande storia, quella scritta dai vincitori, l’ha rivisitata, infaticabilmente, rovistando negli scaffali più nascosti delle biblioteche, nelle riviste dai nomi impronunciabili, negli archivi impolverati dei tribunali. E quelle ricerche, attraverso una scrittura senza fronzoli, son diventate piccole storie che sono entrate, con l’irruenza di ben altra acqua, nella grande storia. Mi piace qui ricordarne una, bellissima, di cui i siniscolesi gli saranno eternamente grati: “I moti di Siniscola del 1906”. In una delle presentazioni di quel libro lo ricordo sorridere quando, di fronte a un pubblico incredulo e sorpreso, dissi che ero molto arrabbiato con lui per quel libro. Poi, dopo un momento di pausa dove incrociai il suo sguardo divertito, dissi che ero arrabbiato perché, quel magnifico libro, avrei voluto scriverlo io. Da persona ironica qual’era ricordo che il giorno dopo, sorseggiando un caffè al bar, ridemmo per quel colpo di teatro improvvisato che aveva gettato nel panico molti dei presenti, ma non lui che mi conosceva. Mentre uscivamo dal bar gli confessai che attraverso la lettura di quel piccolo libro, che aveva dato dignità letteraria a un avvenimento che, da siniscolese, mi inorgogliva, avevo scoperto che tra quei contadini “rivoluzionari” affamati di terra, deportati a Nuoro con i carri, c’era anche mio bisnonno. Oggi, in questa giornata triste, rileggo quel libro e, nello scorrere l’elenco dei nomi di quei contadini, mi piace pensare che i figli e i nipoti di quei contadini ringrazieranno il tessitore di questa piccola grande storia dedicandogli una piazza, una via, un luogo dove non possa mai scorrere “s’abba de s’irmenticu”.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative