La Nuova Sardegna

Nuoro

Alluvione del 2013, in aula le telefonate

Al maxi processo la testimonianza dell’allora direttore della Protezione civile  

28 novembre 2018
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NUORO. «Non potevamo immaginare cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Sabato pomeriggio abbiamo diramato l’avviso di criticità elevata con tutti i mezzi a nostra disposizione». L’ingegnere Francesco Tola, vice dell’allora direttore regionale della protezione civile Giorgio Cicalò, ripercorre le ore che precedettero la drammatica alluvione del 18 novembre 2013. Nell’aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Nuoro dove di fronte al giudice monocratico Giorgio Cannas si sta celebrando il maxi processo a carico di 61 imputati si rivive il clima di tensione che aleggiava nella sala operativa regionale. In quelle ore convulse che segnarono i destini di due persone, un poliziotto in servizio alla Questura di Nuoro e un’anziana donna di Torpè, si susseguirono centinaia di telefonate non tutte registrate. L’esame testimoniale di Tola, che era stato interrotto per la mancanza del cd con le registrazioni delle conversazioni, prosegue. «Non eravamo in preallarme e nulla faceva presagire quanto accaduto dopo» dice Tola rispondendo al pm Emanuela Porcu. Dopo Tola sul banco dei testimoni sale l’allora direttore della struttura regionale e le domande si fanno ancora più incalzante. Si cerca di capire quali e quanti informazioni arrivassero nella sala operativa della Regione. Nella ricostruzione dei fatti ogni comunicazione serve a stabilire eventuali responsabilità. «Abbiamo ricevuto centinaia di telefonate e non tutte sono state registrate» dice Cicalò. Una è stata però registrata e riascoltata ieri mattina in aula . È quella intercorsa alle 13.54 tra la sala operativa e l’ingegnere della Provincia. La conversazione serve a fare il punto della situazione sulle criticità nel territorio. «La provinciale Oliena Dorgali – si sente nella registrazione – è di nuovo percorribile». Percorribile ma pericolosa perchè è nella strada, nel ponte di Oloè che il manto cede facendo precipitare nel vuoto la macchina della Polizia che precedeva un ambulanza con a bordo una ragazza soccorsa per ipotermia. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di omicidio colposo e disastro colposo per il cedimento del manto stradale sul ponte, in cui morì il poliziotto Luca Tanzi; l’esondazione della diga Maccheronis, a Torpé, che intrappolò in casa, uccidendola, l’anziana Maria Frigiolini e il cedimento del ponte sul rio Sologo a Galtellì. Nei tre filoni di indagine confluiti poi in un unico processo sono imputati dirigenti e amministratori di enti locali e rappresentanti di imprese private, tra questi l’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l’allora comandante provinciale della Forestale Gavino Diana e l’ex direttore generale Carlo Masnata. (g.f.)

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