La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindacopoli, chiesti 15 rinvii a giudizio

Enrico Carta
Sindacopoli, chiesti 15 rinvii a giudizio

Appalti pilotati e associazione a delinquere. Il pm sollecita anche una condanna a otto mesi e un proscioglimento

01 dicembre 2018
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DESULO. La porzione oristanese con imputati tutti del Nuorese dell’inchiesta Sindacopoli segna un momento fondamentale per l’economia processuale. Dopo che il tribunale di Oristano aveva smembrato il processo in più parti tra Cagliari, Lanusei, Tempio, Sassari, Nuoro e persino Roma per questioni di competenza territoriale, proprio la sede in cui tutto cominciò quattro anni fa e dove sono stati già conclusi diversi patteggiamenti, ha mosso un altro passo importante. Ieri mattina, durante l’udienza preliminare di fronte alla giudice Elisa Marras, il pubblico ministero Armando Mammone ha chiesto la condanna per uno dei diciassette imputati, il proscioglimento per un secondo e il rinvio a giudizio per tutti gli altri quindici.

Sindacopoli, un’inchiesta che inizialmente si chiamava “La Squadra”, travolse un presunto sistema di malaffare in cui interessi privati si mischiavano a quelli pubblici per favorire determinate persone che, ovviamente, facevano parte della Squadra. Questa si serviva degli appalti nei piccoli Comuni per garantire parcelle ai professionisti, voti ai sindaci, lavori pubblici ai soliti noti e faceva volare qua e là qualche tangente come nel caso della costruzione di un lotto della strada Sassari-Olbia, di cui si dibatterà in altro tribunale. In quello di Oristano che allunga le sue competenze sino a una parte della provincia di Nuoro sono rimaste, per l’appunto, diciassette persone.

Il punto di riferimento sarebbe stato l’ingegnere desulese Salvatore Paolo Pinna, per cui il pubblico ministero Armando Mammone ha chiesto il rinvio a giudizio assieme ad altri quattordici imputati. Sono Rinaldo Arangino, ex sindaco di Belvì, Salvatore Casula, ex sindaco di Ortueri, il suo vice Pietro Crobu, Francesco Chessa, ingegnere di Irgoli molto vicino a Salvatore Pinna e titolare della Edilogica, il tecnico Leila Dearca, 42 anni di Sorgono, Antonio Franco Fogu, professionista orunese di 57 anni, Maria Lucia Fraghì, 45 anni di Nuoro, Pier Giorgio Peddes, 45 anni di Tonara, Gianmaria Pintori, 49 anni di Nuoro, Alessandra Piras, 45 anni di Sassari fidanzata dell’assessore regionale Antonello Peru, Gian Paolo Porcu, 53 anni di Belvì, Carlo Maria Sassu, Pier Paolo Sau, ex sindaco di Tonara, Viviana Stochino. Le ultime due posizioni sono quelle di Paolo Vacca per cui il pubblico ministero ha chiesto il proscioglimento considerando la lieve entità del fatto e Sergio Serra, professionista finito nell’indagine per la progettazione di un lavoro pubblico ad Aritzo. Contro di lui c’è la richiesta di condanna a otto mesi. Le accuse in questo processo sono varie e alquanto frammentate. La più pesante è quella rivolta contro Salvatore Pinna ritenuto l’ideatore di un’associazione a delinquere che aveva come obiettivo quello di pilotare i lavori pubblici e le progettazioni che non avevano bisogno di gare d’appalto perché di importo inferiore alla soglia minima. I professionisti si prestavano al gioco perché si accaparravano tantissimi progetti che, sommati, costituivano comunque una grossa somma, mentre per i politici il vantaggio poteva essere doppio. Quello in prospettiva era legato allo svolgimento dei lavori nei loro paesi, metodo che garantiva altissime possibilità di rielezione; quello immediato era legato al fatto che molti politici svolgevano anche il ruolo di progettisti e, con uno scambio tra amministrazioni e tecnici, venivano coinvolti in lavori e progettazioni di altri paesi.

Insomma, una mano aiutava l’altra e tutti si aiutavano tra loro. Peccato che il sistema fatto anche di intimidazioni escludesse dal giro una miriade di altri professionisti che non avevano la possibilità di concorrere a progettazioni e piccoli appalti.

Quella collaborazione è ritenuta illecita dalla procura che contesta a vario titolo i reati di peculato, turbativa d’asta, abuso d’ufficio. Si torna in aula il 9 gennaio.

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