Guidoni incanta Macomer con il talk show spaziale
di Alessandra Porcu
L’astronauta ha portato in scena all’Unla lo spettacolo “Dalla terra alle stelle” Tra sketch, racconti e musica ha raccontato l’esperienza a bordo del Columbia
06 dicembre 2018
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MACOMER. Gli ufo? Sono solo un’invenzione e i filmati che li riguarderebbero, tutti dei falsi. Umberto Guidoni, astrofisico, scrittore e primo astronauta europeo a visitare la Stazione spaziale europea, non ha dubbi. Ai cosiddetti “terrapiattisti”, convinti sostenitori della teoria che vorrebbe la terra piatta, risponde semplicemente che è difficile, se non impossibile, credere al complotto mondiale per convincere l’umanità che il nostro pianeta è tondo. E a chi sostiene che la Missione Apollo 11, grazie alla quale il 20 luglio 1969 Neil Armstrong fu il primo uomo a camminare sulla luna, sia tutta una montatura ripete che è legittimo pensarlo anche se l’idea non coincide con la realtà.
«Ricordo perfettamente l’allunaggio – racconta Guidoni poco prima del suo talk show spaziale all’Unla di Macomer – Avevo 15 anni e sognavo di diventare un astronauta. A dire il vero – precisa –, sapevo cosa avrei fatto da grande già a sei anni quando, per la festa della Befana, mi regalarono un telescopio. Una sera osservando le stelle, vidi gli anelli di Saturno. Ne rimasi incantato, rapito». E quelle emozioni Umberto Guidoni ha avuto la fortuna di provarle altre volte nella sua vita. La prima nel febbraio 1996 quando ha effettuato il primo viaggio spaziale a bordo del Columbia e la seconda nell’aprile 2001 come membro dell’equipaggio dell’Endeavour. «Sono state esperienze indescrivibili. Osservare la terra a 400 chilometri di distanza è meraviglioso e, allo stesso tempo, destabilizzante» confessa. «Dallo spazio, di giorno, si possono distinguere i deserti, i mari, gli oceani, le regioni ma non le città. Sembra non ci siano segni della presenza dell’uomo. Poi, improvvisamente, la notte tutto cambia. Le luci illuminano superfici immense e allora si possono vedere New York, Hong Kong, Roma, Atene, il Nilo». Guidoni dice che la Sicilia e la Sardegna sono le più fotografate perché il cielo è quasi sempre sgombro di nubi, a differenza della pianura Padana sovrastata da una densa cappa di colore giallastro chiamata smog. «Dallo spazio – sottolinea –, si può capire quanto l’uomo stia maltrattando la terra. Ne sono la prova gli incendi e le vaste aree disboscate della foresta equatoriale. Dovremmo prenderci cura del nostro pianeta, è più prezioso di quanto non immaginiamo». Umberto Guidoni al ritorno dalle missioni spaziali ha imparato a considerare “casa” ogni città, nazione o continente. «Che si tratti dell’America o del Kazakistan non importa, ciò che conta è far ritorno sul suolo terrestre» afferma. E per sensibilizzare grandi e piccini, da anni, porta il suo talk show “Dalla terra alle stelle” in giro per l’Italia. Il 4 e il 5 dicembre, insieme allo scrittore Andrea Valente e al ludomastro Carlo Carzan, è atterrato all’Unla di Macomer. Tra racconti, sketch divertenti e musica ha catapultato il pubblico nello spazio regalandogli un viaggio indimenticabile.
«Ricordo perfettamente l’allunaggio – racconta Guidoni poco prima del suo talk show spaziale all’Unla di Macomer – Avevo 15 anni e sognavo di diventare un astronauta. A dire il vero – precisa –, sapevo cosa avrei fatto da grande già a sei anni quando, per la festa della Befana, mi regalarono un telescopio. Una sera osservando le stelle, vidi gli anelli di Saturno. Ne rimasi incantato, rapito». E quelle emozioni Umberto Guidoni ha avuto la fortuna di provarle altre volte nella sua vita. La prima nel febbraio 1996 quando ha effettuato il primo viaggio spaziale a bordo del Columbia e la seconda nell’aprile 2001 come membro dell’equipaggio dell’Endeavour. «Sono state esperienze indescrivibili. Osservare la terra a 400 chilometri di distanza è meraviglioso e, allo stesso tempo, destabilizzante» confessa. «Dallo spazio, di giorno, si possono distinguere i deserti, i mari, gli oceani, le regioni ma non le città. Sembra non ci siano segni della presenza dell’uomo. Poi, improvvisamente, la notte tutto cambia. Le luci illuminano superfici immense e allora si possono vedere New York, Hong Kong, Roma, Atene, il Nilo». Guidoni dice che la Sicilia e la Sardegna sono le più fotografate perché il cielo è quasi sempre sgombro di nubi, a differenza della pianura Padana sovrastata da una densa cappa di colore giallastro chiamata smog. «Dallo spazio – sottolinea –, si può capire quanto l’uomo stia maltrattando la terra. Ne sono la prova gli incendi e le vaste aree disboscate della foresta equatoriale. Dovremmo prenderci cura del nostro pianeta, è più prezioso di quanto non immaginiamo». Umberto Guidoni al ritorno dalle missioni spaziali ha imparato a considerare “casa” ogni città, nazione o continente. «Che si tratti dell’America o del Kazakistan non importa, ciò che conta è far ritorno sul suolo terrestre» afferma. E per sensibilizzare grandi e piccini, da anni, porta il suo talk show “Dalla terra alle stelle” in giro per l’Italia. Il 4 e il 5 dicembre, insieme allo scrittore Andrea Valente e al ludomastro Carlo Carzan, è atterrato all’Unla di Macomer. Tra racconti, sketch divertenti e musica ha catapultato il pubblico nello spazio regalandogli un viaggio indimenticabile.