La Nuova Sardegna

Nuoro

Mobbing, finisce a giudizio un medico dell’ospedale

Valeria Gianoglio
Mobbing, finisce a giudizio un medico dell’ospedale

La neurologa Ticca a processo con l’accusa di aver maltrattato il collega Pittalis. Tra le condotte contestate: «Averlo escluso da ogni attività del reparto» 

06 dicembre 2018
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NUORO. Comincerà domani, davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Giorgio Cannas, il processo che vede coinvolti, ma su diversi fronti, due medici dell’ospedale San Francesco: uno, come imputato, l’altro, invece, come parte civile che si è costituita qualche mese fa, durante l’udienza preliminare davanti al giudice Sara Perlo. L’imputato, per i reati di mobbing e abuso d’ufficio, è il medico neurologo Anna Filomena Ticca, difesa dall’avvocato Pietro Sanna, mentre la parte civile è il suo collega Gavino Pittalis, rappresentato dall’avvocato Diego Mastromarino, del foro di Cagliari.

I fatti contestati risalgono all’arco di tempo che va dal 2009 al 2016, e sono cominciati quando Anna Ticca era diventata primario del reparto di Neurologia. Ed è proprio dall’epoca, e fino al 2016, che, secondo l’accusa formulata dalla Procura, sarebbero cominciati gli atteggiamenti persecutori nei confronti del medico dirigente dello stesso reparto, Gavino Pittalis. Stando al decreto che ne ha disposto il giudizio, dunque, la Ticca avrebbe sottoposto Gavino Pittalis «a reiterate e continue violenze morali e psicologiche, costringendolo di fatto a vivere in un clima di sofferenza». Le condotte contestate alla neurologa, sono diverse. «Sin dal gennaio 2009 – secondo il gip Sara Perlo – non appena insediata quale direttore dell’unità operativa complessa di Neurologia, sino alla data del trasferimento di Pittalis dall’unità di Neurologia, nel 2016, estrometteva reiteramente e sistematicamente Pittalis dalle riunioni organizzative, evitando di convocarlo e coinvolgerlo. Ometteva continuamente di impartire a Pittalis le disposizioni necessarie perché potesse raccordarsi al resto del personale e potesse espletare le sue mansioni lavorative nell’ambito della struttura dove era inserito». Ma non basta: sempre tra i capi di imputazione la Ticca è accusata anche di aver omesso «di inserire o di far inserire il nominativo di Pittalis sulla targa affissa all’ingresso del reparto» e di aver escluso «Pittalis da ogni attività del reparto, di fatto operando come se lo stesso non fosse presente o non esistesse». Fin qui, dunque, le accuse che sono valse alla neurologa il rinvio a giudizio. Sarà il processo, da domani in poi, a stabilire se siano accuse fondate o meno. (v.g.)

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