La Nuova Sardegna

Nuoro

Veterinari senza contratto: assistenza animali a rischio

di Alessandro Mele

L’Associazione regionale allevatori lascia a casa ventuno lavoratori precari «Nel Nuorese sono 1.200 le aziende che dovranno fare a meno del servizio»

07 dicembre 2018
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NUORO. Tra i 21 precari dell’Aras, senza un contratto dal 15 maggio, ci sono anche due veterinari nuoresi che in solidarietà con i loro colleghi non stanno rinunciando a lottare per i diritti con un occhio vigile alle problematiche delle aziende che hanno assistito sul territorio. Roberto Costa e Giommaria Guiso, rispettivamente classe ’83 e ’84, nonostante laurea e specialistica conseguite con il massimo dei voti e anni di esperienza nel settore, si trovano a fare i conti con la perdita del posto di lavoro attendendo una stabilità che tarda ad arrivare. «La graduatoria stilata da Aras – racconta Costa – prendeva in considerazione anno di laurea e punteggio, in virtù di questo, posizionandomi tra i primi posti ho ottenuto la chiamata. Ho iniziato la mia esperienza nel 2015 a Dorgali dove per circa due anni ho seguito un’ottantina di aziende in merito alla misura 14 per il benessere animale e per l’assistenza tecnica veterinaria. Successivamente sono stato a Orune dove da solo seguivo 83 aziende ovicaprine, suine e bovine. Dopo 33 mesi di servizio non possiamo più esercitare perché una nostra chiamata dovrebbe prevedere una sistemazione a tempo indeterminato».

Le lamentele arrivano anche dalle aziende: «Quelle che ho seguito io – dice Costa – mi chiamano quotidianamente domandandosi come mai non sono più presente sul territorio. Mi trovo costretto a spiegare che non sono più stato chiamato a lavorare e che loro perderanno, non avendo più assistenza, il premio relativo alla misura sul benessere animale. Una cosa importante che garantisce di salvaguardare la salute degli animali». Giommaria Guiso, in Aras dal 2016, pone l’accento sull’agonia del mondo agro pastorale: «Nel Nuorese – racconta il veterinario – si assiste a diversi blocchi delle movimentazioni per focolai di peste suina africana, per questo è necessaria una continua assistenza tecnica, soprattutto se si tratta di piccole aziende che purtroppo, nonostante i loro sforzi, a oggi perderanno il premio comunitario. Per il comparto ovino la situazione è gravissima: il prezzo del latte a 0,60 è incompatibile con la sopravvivenza delle aziende dato che, in media, un allevamento di 330 capi rischia di perdere 5.000 euro di premi comunitari legati al benessere animale». Il quadro nel Nuorese è allarmante: «Ad oggi – spiega ancora Guiso – sono circa 1.200 le aziende prive di assistenza e a queste si devono aggiungere quelle lasciate libere dai colleghi che hanno deciso di licenziarsi o da quelli che sono andati in pensione». L’Aras si trova in liquidazione ed è gestita da due commissari: «I commissari in seguito al parere del presidente del tribunale hanno preso la decisione di far fare una marea di straordinari ai dipendenti già stabili nonostante la strategia scelta comporti un notevole utilizzo di soldi in più, più del doppio: le ore di straordinario costano il 30% in più. Noi, che costeremo meno pur essendo forza lavoro in più, attendiamo».

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