La Nuova Sardegna

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ottana 

Esposti amianto, sono 600 i casi di ex lavoratori sotto esame

NUORO. «Ci sono voluti quasi 27 anni, ma finalmente possiamo esprimere la nostra soddisfazione per il riconoscimento di uno stato di fatto a lungo negato: l’esposizione prolungata all’amianto nelle...

10 dicembre 2018
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NUORO. «Ci sono voluti quasi 27 anni, ma finalmente possiamo esprimere la nostra soddisfazione per il riconoscimento di uno stato di fatto a lungo negato: l’esposizione prolungata all’amianto nelle fabbriche di Ottana e i rischi che questa ha comportato per la nostra salute». Parole di Francesco Tolu, 67 anni, ex operaio dell’Enichem, oggi nel direttivo regionale dell’Aiea, l’associazione che raggruppa gli esposti all’amianto in tutta Italia. Solo in provincia di Nuoro sono 606, secondo gli ultimi dati del registro istituito dall’Assl a partire dal 2015, e provengono per il 95% dagli stabilimenti di Ottana. Centoventi di loro sono ammalati di patologie asbesto correlate, cioè tumori provocati dalla fibra killer, appunto l’amianto, che hanno respirato o maneggiato per anni in fabbrica, in più di un caso senza alcuna protezione. Gli altri vivono con l’incubo di ammalarsi, eventualità tutt’altro che remota anche a decenni dall’esposizione. Poi ci sono le vittime: i dati dello scorso aprile parlano di 137 morti legate all’esposizione negli stabilimenti Enichem e Montedison. Per queste ragioni l’Aiea, per bocca del suo presidente regionale Sabina Contu, definisce storico l’incontro che si è svolto a Nuoro su convocazione del prefetto Caterina Bellantoni. È anche grazie al suo interessamento che le istanze dei lavoratori, delle associazioni e dei sindacati sono approdate in un tavolo istituzionale convocato da un rappresentante del governo. Un incontro operativo i cui risultati pratici si vedranno fra tre mesi, grazie all’apertura di due tavoli distinti sul caso Ottana: il primo che vede la partecipazione dell’Inail per il riconoscimento delle patologie asbesto correlate contratte dagli ex operai di Ottana quali malattie professionali. Il secondo tavolo dovrà invece ricostruire le mansioni dei lavoratori e il grado di esposizione così da poter giungere ai riconoscimenti previdenziali. (p.me.)



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