La Nuova Sardegna

Nuoro

«Turismo, servono guide che parlino il tedesco»

Valeria Gianoglio
«Turismo, servono guide che parlino il tedesco»

La presidente di Confguide: «Mancano esperti di lingue e un modello condiviso di sviluppo del settore»

10 dicembre 2018
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NUORO. «La guida turistica e ambientale è il mestiere del futuro nella nostra zona, e c’è tanta richiesta da parte del mercato, soprattutto da noi, nel Nuorese, ma il problema è che mancano le guide che sappiano parlare il tedesco, e ne servirebbero di più anche per l’inglese e il francese. Su questo fronte, insomma, siamo ancora molto indietro. Un vero peccato, perché stiamo lasciando scoperta la fetta più grossa di turisti che arrivano in Barbagia». Mamoiadina di origine ma nuorese ormai, e da diversi anni, per lavoro e impegni professionali, Letizia Marongiu è la presidente appena riconfermata della Confguide provinciale, la sezione della Confcommercio che riunisce gli esperti del turismo.

È fresca di riconferma, dunque, la responsabile del settore, ma la ricca esperienza trascorsa a guidare comitive di stranieri a spasso per le bellezze di Nuoro e dell’interno insieme ai suoi studi, le consentono di avere le idee piuttosto chiare sullo sviluppo dell’intero comparto. E di vederne in modo immediato non solo i percorsi di miglioramento, ma anche le pecche e le carenze. «Ci sono tanti ragazzi che vorrebbero fare le guide turistiche come mestiere – spiega Letizia Marongiu – e anche da noi nell’associazione abbiamo tante guide iscritte, ma soffriamo tanto per la mancanza di professionisti che sappiano parlare alcune lingue, e in particolare il tedesco, ma non sono mai abbastanza anche che parlino l’inglese e il francese. Come guide, come settore, dunque, dobbiamo puntare al rinnovarci per saper accogliere in modo adeguato il mercato internazionale. Servono giovani guide, servono le lingue, serve riuscire a far vivere ai turisti le straordinarie esperienze di cultura, ambiente e tradizioni che il nostro bel territorio possono offrire». La richiesta c’è, dice la presidente di Confguide, ma oltre alla carenza di esperti germanofoni, ciò che manca spesso «è un modello di sviluppo turistico a livello regionale, manca un modello condiviso di gestione del territorio. Perché la Sardegna può e deve decidere di sviluppare, ma di farlo veramente sul serio, un turismo alternativo, non balneare. Si parla spesso di “allungamento della stagione turistica”, ma poi nel concreto si è fatto molto poco. Basta guardarsi intorno, soprattutto in questa stagione, perché d’estate ovviamente la musica cambia. Ma come si può pensare di puntare ad allungare la stagione turistica, di cercare di aumentare i voli per la Sardegna durante l’inverno se poi, i turisti che potrebbero arrivare troverebbero solo hotel chiusi e un settore in gran parte bloccato? Quello che manca davvero, insomma, è coordinare l’intera filiera del turismo. Servono hotel e servizi aperti tutto l’anno, serve un’idea e un progetto condiviso». «Quanto a Nuoro – aggiunge Letizia Marongiu – i turisti la frequentano per i musei, mentre Grazia Deledda non è ancora la vera motivazione del viaggio. Bisogna riuscire ad attualizzare il concetto di Atene sarda: viviamo con una grande eredità del passato ma non sempre il visitatore la respira in ogni angolo. Servirebbe, poi, un coordinamento, poi, tra hotel e guide. E c’è molto da fare anche per rendere appetibile il monte Ortobene dal punto di vista del turismo ambientale».



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