La Nuova Sardegna

Nuoro

Da Bortigali al Brasile: 57 anni da “servo di Dio”

di Sandro Biccai

Il ricordo di monsignor Angelo Angioni: è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione

21 dicembre 2018
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BORTIGALI. A Rio Preto, 450 km circa da San Paolo, era giunto nel mese di novembre 1951 per una missione che, nelle intenzioni, si sarebbe dovuta protrarre per qualche anno soltanto. In realtà, in quella che è una regione vastissima del Brasile più profondo, monsignor Angelo Angioni, nato a Bortigali il 14 gennaio 1915, è rimasto ininterrottamente per ben 57 anni fino al giorno della sua morte avvenuta, al termine di una lunga malattia, il 15 settembre 2008.

Deceduto in concetto di santità, le sue spoglie sono state esumate nel giugno 2015 e la sua tomba, in una cripta all’interno della Chiesa parrocchiale di Jose Bonifácio, è meta continua di fedeli e pellegrini. Il 7 gennaio 2016 la Congregazione per la Causa dei Santi lo ha dichiarato Servo di Dio, dando inizio alla causa di beatificazione e canonizzazione. La sua figura viene ricordata da uno dei parenti, Gianfilippo Manconi, la cui madre, Angelina Mura Angioni, era cugina di primo grado del missionario: «Angelo Angioni era figlio di Antonio Angioni e Maria Grazia Manconi, bortigalesi trasferitisi ad Ozieri; ordinato sacerdote nel 1938, è stato parroco di Bono ed Ittireddu e per tre anni ha guidato, in qualità di rettore, il seminario di Ozieri. Dopo aver fondato una comunità diocesana di sacerdoti oblati consacrati alle missioni popolari, nel 1951 ha varcato l’Atlantico e raggiunto il Brasile. E qui ha trascorso gran parte della sua vita, spendendosi con tutte le sue forze a favore dei più poveri e dei disederati. La sua opera e il suo impegno sono sempre stati unanimemente apprezzati a tal punto che le popolazioni di Rio Preto lo consideravano alla stregua di santo già quando era in vita. Ancora oggi, a suggellare l’affetto e l’ammirazione che lo circondavano, molti bambini del posto vengono battezzati con il suo cognome».

Nei quasi 60 anni di missione in Sud America, Monsignor Angioni ha fondato una scuola parrocchiale, avviato la costituzione di un istituto missionario diocesano, fatto edificare chiese, cappelle, case parrocchiali, residenze per religiose e locali per le attività parrocchiali, scritto e diffuso opuscoli formativi e coltivato la passione per la teologia e per le lingue. «Tutti coloro che l’hanno conosciuto lo ricordano come persona affabile e cordiale- spiega ancora Gianfilippo Manconi- affezionato alla famiglia e ai parenti, e legato profondamente a Bortigali, suo paese d’origine, del quale ha sempre serbato un ottimo ricordo nonostante fosse andato via fin da piccolo».

Una famiglia molto legata alla chiesa, quella degli Angioni, visto che uno dei fratelli di Angelo Angioni, Antonio Giuseppe, nato a Bortigali nel 1910 ed ordinato sacerdote nel 1933, è stato per 18 anni, dal 1968 al 1986, vescovo di Pavia.

E che la famiglia annovera altri due sacerdoti: don Filippo Angioni, classe 1912, che, tra l’altro, è stato promotore di giustizia nel tribunale ecclesiastico, giudice prosinodale e vicario generale della diocesi di Alghero- Bosa, e Monsignor Vincenzo Ledda, salesiano, cappellano militare e, dopo il congedo, parroco del suo paese natale.



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