La Nuova Sardegna

NUORO. Un colpo messo a segno da professionisti dello scasso chirurgico, una banda che conosceva alla perfezione la chiesa intitolata alla beata Maria Gabriella Sagheddu, nel popoloso quartiere di Badu ’e Carros. È di martedì notte, l’irruzione nel tempio sacro di via Biasi di due o più persone che hanno prima alleggerito il simulacro della suora di Dorgali dagli ex voto che portava quale segno di ringraziamento dei suoi numerosi fedeli; poi hanno svuotato la cassettina delle offerte. Un migliaio di euro in soldi contanti, più il valore degli ori e argenti rubati alla beata. Un furto sacrilego che ha lasciato «tristezza e sconcerto», è il commento a caldo del parroco don Pietro Borrotzu, da sempre impegnato sul campo con la pastorale sociale e del lavoro. Sconcertato soprattutto perché i malviventi entrati in azione nel cuore della notte, attraverso una finestra laterale, non hanno lasciato alcuna traccia di se. Le forze dell’ordine, infatti, arrivate per i rilievi di rito, non hanno trovato neanche una impronta: evidente che la banda ha agito con tanto di guanti di latice indosso. Non soltanto: i soliti ignoti, hanno prima messo a segno il loro progetto, poi hanno smontato con particolare cura e maestria il sistema di videosorveglianza della chiesa. Senza arrecare alcun danno al sistema computerizzato, hanno portato via la memoria che conteneva le immagini registrate da ben quattordici telecamere. Neanche le immagini di diverse attività della zona potranno dire granché visto l’alto tasso di traffico diurno e notturno nelle vie adiacenti la chiesa, tra l’altro a pochi passi dalla strada provinciale che porta subito fuori da Nuoro. «Ormai è da mettere in conto tutto» aggiunge don Borrotzu, che bene conosce la realtà sociale e la crisi economica da una parte e di valori dall’altra, che ha investito anche Nuoro e la Barbagia tutta.