La Nuova Sardegna

Nuoro

Il San Francesco in prima fila nelle terapie cardiologiche

di Mario Frongia
Il dirigente Gavino Casu fra i cardiologi Filomena Sechi e Pierluigi Merella
Il dirigente Gavino Casu fra i cardiologi Filomena Sechi e Pierluigi Merella

L’unità diretta da Gavino Casu inserita in una rete nazionale di sperimentazione «Assicuriamo diagnosi precoci e trattamenti che migliorano la qualità di vita»

26 dicembre 2018
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NUORO. Lo scompenso cardiaco, la più diffusa tra le malattie gravi, interessa circa trentamila sardi e la possibilità di sottoporsi all’assistenza ventricolare meccanica viene effettuata con successo nel 100% dei casi all’Azienda Brotzu di Cagliari. Un’altra eccellenza nell’isola è il San Francesco di Nuoro, tra i maggiori punti di riferimento per il trattamento della tromboembolia polmonare. Entrambe le strutture mettono a disposizione della comunità competenze ed esperienze specifiche nel trattamento dell’Ipertensione polmonare, la condizione che interessa cuore e polmoni. A Nuoro è attiva una rete ospedaliera nazionale e internazionale ed anche Cagliari è inserita in un contesto di ricerca internazionale, oltre ad avere un ambulatorio dedicato. In questo modo ai pazienti vengono assicurate diagnosi precoci e terapie mirate e tempestive. Si tratta di trattamenti farmacologici che possono migliorare le aspettative di vita anche di vent’anni.

La Struttura Complessa di Cardiologia e Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, diretta dal dottor Gavino Casu, fa parte di una rete nazionale di Centri specialistici dedicati all’Ipertensione Polmonare tra cui figurano il Policlinico Umberto I di Roma, l’Ospedale Monaldi di Napoli, il Policlinico S. Orsola di Bologna e quello di Pavia.

«Grazie al confronto tra specialisti – dice Gavino Casu – oggi possiamo assicurare diagnosi precoci, quindi trattamenti mirati e tempestivi in grado di migliorare la qualità di vita di tutti questi pazienti ma anche di allungarla addirittura di vent’anni. Nel nostro Centrosono in trattamento attualmente 70 pazienti». Il Centro cardiologico di Nuoro è uno dei pochi a livello nazionale che ha istituito un Ambulatorio osservazionale dedicato ai pazienti colpiti da tromboembolia polmonare, un evento che interessa circa trentamila persone in Italia (50 ogni 100mila). «Il 3, 4 per cento di questi pazienti sviluppa l’Ipertensione polmonare come complicanza, in genere nei tre anni successivi – prosegue Gavino Casu – ed è fondamentale individuarla. In questi casi, infatti, con un intervento chirurgico è possibile risolverla. In caso contrario la sopravvivenza è limitata al 20 per cento dei pazienti. Proprio per questo stiamo richiamando tutti i cittadini sardi colpiti da tromboembolia polmonare negli ultimi anni».

I risultati di eccellenza dei due Centri cardiologici sardi sono frutto anche del lavoro dei team multidisciplinari, ma tra gli operatori sanitari ricopre un ruolo cruciale anche l’infermiere. «Agli infermieri è affidato il delicato compito di istruire i pazienti affetti da Ipertensione Polmonare su tempi e modi con cui questi ultimi devono provvedere all’auto somministrazione dei farmaci – conclude il dirigente dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica Gavino Casu – un compito delicato che in Sardegna viene svolto con competenze specifiche e un sistema organizzativo di eccellenza».

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