La Nuova Sardegna

Nuoro

Torpè: acqua in eccesso, aperte le paratie. Guiso: «È assurdo»

di Sergio Secci
Torpè: acqua in eccesso, aperte le paratie. Guiso: «È assurdo»

TORPÈ. Aperte le paratie del lago Posada e l’acqua, ritenuta in eccesso dal piano di laminazione, va a finire in mare. Secondo quanto disposto dalle norme che regolano la sicurezza dell’invaso, dove...

03 ottobre 2019
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TORPÈ. Aperte le paratie del lago Posada e l’acqua, ritenuta in eccesso dal piano di laminazione, va a finire in mare. Secondo quanto disposto dalle norme che regolano la sicurezza dell’invaso, dove sono in corso i lavori di completamento che si erano interrotti nel 2013, dal 1° ottobre al 31 gennaio, la quota dell’invaso, non può superare quota 35 metri sul livello del mare. Dal calcolo effettuato nei giorni scorsi dagli addetti dell’ente dighe regionale, la quota era stata superata di un metro, pertanto ieri mattina alle 9, è arrivato l’ordine di aprire lo scarico di fondo e far defluire l’acqua in eccesso. Poco più di un milione di metri cubi che nel giro di un paio di giorni finirà nel fiume sottostante per sfociare poi in mare. «Una decisione assurda» dice il presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale Ambrogio Guiso che invano ha sollecitato i vertici di Enas e l’assessore ai lavori pubblici Roberto Frongia a tenere chiuse le paratie. «Considerato che anche ieri abbiamo distribuito acqua per 90mila metri cubi, sarebbero bastati una decina di giorni per riportare il lago a quota trentacinque e garantire così gli standard di sicurezza. Non si può essere così fiscali nel rispettare le date – spiega – considerato che nel caso di previsioni di piogge intense, avremmo fatto in tempo a scaricare l’eccesso. La verità – aggiunge – è che nessuno si vuole prendere responsabilità e c’è troppa burocrazia, tenendo conto che per decidere di tenere invasata la piccola quantità d’acqua in eccesso si sarebbe dovuta riunire la giunta regionale». Nel bacino del Posada, ora ci sono circa 8 milioni di metri cubi d’acqua di cui 4, destinati ai soli scopi potabili.

«Se dovesse capitarci un altro inverno siccitoso com’è successo qualche anno fa – conclude Guiso – l’acqua per scopi irrigui non sarà sufficiente a soddisfare le esigenze dei consorziati e ci potrebbe essere il rischio di razionamenti».

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