La Nuova Sardegna

Nuoro

Barbagia, sanità al collasso sindaci pronti alla marcia

di Giovanni Melis
Barbagia, sanità al collasso sindaci pronti alla marcia

Visita lampo della commissione regionale all’ospedale San Camillo di Sorgono  Gallus: «Daremo risposte ai territori periferici». Cadau: «Ora l’audizione» 

06 ottobre 2019
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SORGONO. La politica risponde agli appelli del territorio. La commissione sanità della Regione ha effettuato una visita al San Camillo di Sorgono. Una visita lampo, con poco preavviso. Tanto che molti primi cittadini e lo stesso presidente della comunità montana Alessandro Corona, non hanno potuto presenziare. Tra gli intervenuti il presidente della VI commissione Domenico Gallus, i consiglieri Francesco Mura, Antonello Peru e Pierluigi Saiu, oltre i sindaci Giovanni Arru di Sorgono , Ovodda Cristina Sedda, Desulo Gigi Littarru, Belvì Sebastiano Casula e Luca Pilia di Isili, il vicesindaco di Belvì Maurizio Cadau e l’assessore tonarese Stefano Succu. Hanno partecipato anche il direttore Atss Nuoro Grazia Cattina, Paola Raspitzu del distretto di Sorgono, medici, infermieri e operatori dell’ospedale. Si è discusso a lungo sulle criticità e la necessità di alcuni rami di intervento.

«I responsabili di ogni reparto – ha detto Maurizio Cadau – hanno fatto il punto delle non poche criticità ma è stato un bellissimo confronto sereno e costruttivo. Ora aspettiamo l’audizione in Regione dei nostri sindaci per poi essere operativi e dare nuovamente voce alle emergenze che incombono nel san Camillo». Risposte attese con ansia. «Pur con pochi mezzi – spiega Piero Demurtas, sindacalista del Nursind e infermiere al San Camillo – il nostro ospedale serve un territorio isolato, che va dalla Barbagia di Belvì, alcuni centri della Barbagia di Seulo, tutto il Mandrolisai, con pazienti che giungono dalla Barbagia di Ollolai e dal Barigadu. Tantissimi pazienti, in particolare anziani, che abbisognano di cure e soprattutto di assistenza. La politica non può girarsi dall’altra parte, così come la Assl di Nuoro». Punto di forza è un personale collaudato che, nei reparti sopravvissuti ai tagli, riesce a rispondere a tutte le esigenze. Mancano però specialisti, infermieri, Oss e personale ausiliario, oltre che diversi presidi. «Siamo qua per cercare di comprendere lo stato delle cose – ha detto Gallus – anche perché contiamo di dare una risposta ai territori periferici. Su questo fronte posso assicurare il mio impegno». Sull’importanza dei piccoli ospedali si è espresso anche Francesco Mura ricordando che «una sanità a misura di cittadino è obiettivo essenziale. Questo per assicurare una buona qualità della vita ai resistenti che decidono di vivere nelle zone interne, territori svantaggiati che bisogna supportare senza indugi».

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