La Nuova Sardegna

Nuoro

Alla scoperta dei tesori di Bortigali

di Sandro Biccai
Alla scoperta dei tesori di Bortigali

Un gruppo dell’Auser di Santadi ha visitato il paese e i suoi gioielli storici

15 ottobre 2019
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BORTIGALI. Il caldo sole di ottobre fa capolino tra le alte case che delimitano la piazza Parrocchia e accompagna i venticinque ospiti dell'Auser di Santadi in visita a Bortigali, prima tappa di una due giorni nella Sardegna centrale che li porterà a vedere anche San Leonardo, Nuoro ed Orgosolo. Davanti al portone in bronzo di Santa Maria degli Angeli, opera dell' artista bortigalese Pietro Longu, il presidente dell'associazione sulcitana, Bruno Atzeni, spiega: «Bortigali è un piccolo gioiello, ha un centro storico straordinario e tante cose da raccontare. Ero stato qui già in altre occasioni ma desideravo che anche i miei amici potessero conoscere questo paese, piccolo ma ricco di palazzi, architravi, chiese, viuzze e scorci davvero suggestivi». Sono settanta in tutto i soci dell'Auser di Santadi, venticinque dei quali giunti nel Marghine armati di cappellini, zaini e tanta curiosità: «Ci piace visitare la nostra isola – spiegano – ovunque scopriamo cose nuove ed interessanti». Come, ad esempio, nel caso di Bortigali, il rifugio antiaereo ricavato in una grotta alle spalle della scuola di via Montenegro e sede di Radio Sardegna, la prima ad aver dato la notizia della conclusione del secondo conflitto mondiale. O, ancora, la chiesetta di Sant'Antonio, scavata nella nuda roccia, a ridosso della vecchia sede in cui nel 1907 è nata la prima cooperativa di pastori. Per proseguire con le chiese di San Palmerio, vecchio cimitero del paese; del Rosario, con le sue antiche statue; di Santa Maria degli Angeli, la parrocchiale, tutte concentrate in pochi metri, quasi abbracciate, a ridosso della via principale. Ad aprirle ai visitatori il parroco, don Agostino Carboni, mentre Giuseppe e Marina Salaris, padre e figlia, guide volontarie per un giorno, si occupano di illustrarne la storia e le caratteristiche architettoniche. Pochi minuti ancora e l'intera comitiva si sposta di qualche centinaio di metri per visitare i due musei etnografici, quello comunale e quello nato nei locali de “Sa buttega de Tiu Giuanne Lameri”. Nel primo caso con gli ospiti sulcitani una guida d'eccezione, il sindaco Francesco Caggiari; da “Tiu Giuanne Lameri” le veci di padrone di casa sono affidate invece ai nipoti Paolo e Maurizio. Si esce di nuovo in strada, tra case in trachite rosa e vestigia del passato. Sullo sfondo le cime di “Cuccuru 'e monte” e di “ Santu Padre” incorniciate dall'azzurro del cielo di ottobre. Un ulteriore quadretto da custodire nella mente e riportare a Santadi.

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