La Nuova Sardegna

Nuoro

«Sanità, la pazienza è finita tutti in piazza contro l’Ats»

di Giusy Ferreli
«Sanità, la pazienza è finita tutti in piazza contro l’Ats»

Nessuna risposta concreta per il futuro del Nostra Signora della Mercede Lanusei, la conferenza sociosanitaria indice lo sciopero per il 26 ottobre 

15 ottobre 2019
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LANUSEI. Non è più tempo di dialogo e confronto ma di azione e denuncia. Nessuna risposta concreta è ancora arrivata sul fronte del reparto di ortopedia dell’ospedale di Lanusei e se anche venerdì prossimo, giorno di convocazione da parte dell’Ats degli ortopedici vincitori di concorso dovessero arrivare notizie positive, il territorio è pronto a far sentire la sua voce per difendere i servizi sanitari messi a rischio da un sistema ormai al collasso. L’Ogliastra, dunque, scenderà ancora una volta in piazza per rivendicare il suo diritto alla salute. Lo ha deciso ieri pomeriggio la conferenza sociosanitaria territoriale convocata nella sala dell’ex Provincia di Scal’e Muras, gremita come non mai di cittadini, dal presidente e sindaco di Lanusei Davide Burchi.

«Siamo qui non più per fare la solita, e sinora sterile, elencazione delle criticità della sanità, ma per studiare la strategia da attuare» ha detto Burchi rilanciando l’idea di una manifestazione da tenersi il 26 ottobre. All’appello si sono uniti anche i comitati di cittadini che da mesi sono in campo a difesa del Nostra Signora della Mercede messo duramente alla prova in questi mesi. In piazza ci saranno gli attivisti del comitato Giù le mani dall’Ogliastra. Il loro portavoce, Filippo Plamese, ha letto una lettera dai toni accorati da titolo emblematico “Diritto ad esistere”.

«Noi ci saremo – ha detto –, ci saranno i nostri striscioni e le nostre bandiere. Il territorio andrà unito». Ci saranno le amministrazioni comunali e le associazioni, l’Avis e sodalizi di pubblica assistenza che ieri hanno partecipato in massa all’assemblea. Ci sarà anche il comitato “Tutti uniti per l’ospedale ogliastrino”, che, promotore delle occupazioni del reparto chiuso a più riprese per mancanza di specialisti, ha addirittura proposto di attraversare il Tirreno e portare la voce dell’Ogliastra sino a Roma.

Ma questa mobilitazione senza precedenti potrebbe non bastare. Un’azione incisiva è quella che il sindaco di Tortolì, Massimo, Cannas ha chiesto al legislatore.

«Rischiamo, una volta trovata una soluzione tampone per i reparti più a rischio di ritrovarci da qui a pochi mesi nella stessa identica situazione: da un anno e mezzo, infatti, non facciamo altro che incassare impegni e promesse. Occorre invece – ha sottolineato Cannas – che cambino i parametri affinché un sistema sfuggito di mano torni ad assicurare adeguati standard di assistenza. E se non dovesse bastare parlare con la Regione lo faremo con il Governo».

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