La Nuova Sardegna

Nuoro

Novanta bambini in meno nelle materne in Ogliastra

di Giusy Ferreli
Novanta bambini in meno nelle materne in Ogliastra

Nella fascia sotto i tre anni di età un calo drammatico: cancellate quattro sezioni Rischiano la chiusura anche le scuole con le pluriclassi. L’allarme dei sindaci 

16 ottobre 2019
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LANUSEI. I bambini ogliastrini che quest’anno soffiano sulle tre candeline sono novantadue in meno rispetto allo scorso anno. Novantadue bambini che equivalgono a ben quattro classi del primo anno della scuola dell’infanzia in Ogliastra. Potrebbe essere un dato a prima vista irrilevante ma che testimonia il dramma di un territorio destinato a pagare un tributo altissimo al fenomeno dello spopolamento.

I dati del disastro demografico che sta colpendo buona parte dei 22 comuni li fornisce Franca Mossa, segretaria territoriale del settore scuola della Cisl. «Questi – osserva la sindacalista che da anni sta portando avanti un puntuale azione di monitoraggio delle realtà scolastiche –, purtroppo sono i numeri». L’unico dato positivo è rappresentato dal fatto che nessun insegnante ha perso il posto di lavoro. «Ci sono stati alcuni pensionamenti con quota cento e nessuno è rimasto a spasso ma ciò non significa che non bisogna tenere alta la guardia. Man mano – sottolinea la sindacalista – andranno a sparire anche molti degli istituti superiori presenti in Ogliastra. In previsione, con questi numeri il sistema non potrà più reggere». Un grido d’allarme per nulla infondato visto che sempre sul fronte scolastico Villagrande, Tertenia e addirittura Jerzu rischiano di perdere l’autonomia scolastica mentre altre sedi didattiche come Loceri, Triei, Talana, Urzulei ed Elini (dove le pluriclassi rischiano di diventare la norma) rischiano addirittura la chiusura.

A rischio accorpamento ci sono diversi plessi scolastici e per la prima volta persino Jerzu, ritenuto tradizionalmente il terzo polo scolastico ogliastrino, rischia grosso. La preoccupazione di Carlo Lai, sindaco di Jerzu, è palpabile. «I numeri sono quelli che sono – commenta Lai – ma non possiamo certo arrenderci a questa logica e rinunciare al terzo polo, indispensabile per ragioni geografiche». Anche a Loceri si temono chiusure di classi. «Le scuole – commenta il sindaco Roberto Uda – sono un’ancora di salvezza per il territorio. La chiusura di una scuola, ma anche di una sola classe, avvicina un paese alla sua fine».

Se a Jerzu, Loceri e in altre realtà si combatte con il decremento demografico ad Ussassai, dove il primo Giannino Deplano combatte una lotta per scongiurare il “de profundis” della sua comunità. Difficile immaginare che nel più piccolo comune dell’Ogliastra, appena 526 anime la scuola dell’infanzia possa aprire per l’ultima – e sinora unica nel 2019 – bimba nata lo scorso febbraio in paese. Il rischio paventato più volte dal primo cittadino è quello di un circolo vizioso i cui effetti si ripercuotono non solo sulle scuole ma anche sugli altri presidi. «Senza i numeri si tagliano i servizi ma senza i servizi la gente va via. Risultato: i bambini non nascono più e i giovani emigrano. Un’emorragia inarrestabile che non trova senza argini e che interessa le aree geografiche più periferiche come l’Ogliastra», è la drammatica equazione del primo cittadino del piccolo ma agguerrito baluardo contro lo spopolamento. Un fenomeno apparentemente inarrestabile che non ha trovato valide risposte in fase di programmazione regionale, e che di questo passo è destinato ad aumentare.

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