La Nuova Sardegna

Nuoro

A Jerzu 35 anni di storia dello sport

di Claudia Carta
A Jerzu 35 anni di storia dello sport

Oggi al centro polifunzionale l’incontro con lo storico radiocronista Cucchi

18 ottobre 2019
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JERZU. È stato la colonna sonora delle domeniche italiane per quasi quarant'anni. Riccardo Cucchi è la voce che ha pennellato le istantanee di un calcio vivo e vero, lasciandole scolpite per sempre nell'immaginario collettivo. E questa sera, a partire dalle 18, nella sala convegni del Centro polifunzionale di via Businco, sarà possibile ascoltarlo dal vivo, dando un viso a quella che, a tutti gli effetti, è e resta una voce inconfondibile. Accanto a lui, per ripercorre i trentacinque anni di “Tutto il calcio minuto per minuto” – confluiti nelle 269 pagine del suo libro, “Radiogol”, edito da Il Saggiatore – in un crescendo di emozioni, aneddoti, immagini e curiosità, il presidente dell’Ussi Sardegna, Mario Frongia. In sala di regia, l’Associazione Culturale Calliope che aveva inserito l’appuntamento in agenda già nella scorsa stagione. Alla fine, la data è arrivata e con essa, grazie alla collaborazione con il Comune di Jerzu, anche l’organizzazione di un appuntamento che si preannuncia da tutto esaurito. Dal Curi di Perugia al San Siro, dall'Olimpico al Bernabeu, passando per l’Olympiastadion di Berlino, dove ha urlato per quattro volte consecutive: “Campioni del mondo!”, alla stregua di Nicolò Carosio nel 1934 e nel 1938 e Ameri nel 1982. Dallo storico scudetto della Lazio, a seguito della sconfitta juventina sulla “risaia” di Perugia, alla Champions League conquistata dall’Inter di José Mourinho, a suggellare un “triplete” leggendario per il calcio italiano. Riccardo Cucchi è stato il narratore, fedele e appassionato, delle storie che i giocatori scrivevano sui rettangoli di gioco, con precisione e perizia di linguaggio nell'accompagnare l’azione, perché «la radio ha bisogno di poche parole e giuste», ha commentato il giornalista romano. E aggiunge: «Chi ascolta la radiocronaca, non vede le immagini. L’elemento fondamentale, dunque, è far capire in ogni momento dove si trova il pallone. Tutto il resto è superfluo». Da qui l’arte del commentare le partite. Un “gioco” iniziato da ragazzo che l’ha portato al cospetto di mostri sacri quali Enrico Ameri e Sandro Ciotti, dal quale ha appreso lessico e formule, entrate di diritto nel vocabolario delle radiocronache sportive: la tre quarti, il cerchio di centro campo, il tiro sotto misura; o commenti quali “risultato bugiardo” e l’immancabile, “a te, Provenzali”, nel restituire la linea allo studio. Radiogol è dunque la voce di Riccardo Cucchi, ma prima ancora della sua immensa passione sportiva: «Una voce che cerchi di emergere sul boato del pubblico per gridare “Rete!” – commenta l’ex radiocronista – continuerà a essere, per ogni appassionato, l’essenza vera del gioco del calcio». E se è vero che, come lo stesso giornalista Rai afferma nelle pagine del suo libro, «si è soli davanti a un microfono», è altrettanto vero che in ognuna di queste pagine c’è un mondo intero che tutti hanno visto, vissuto, scoperto a amato grazie a lui. A Jerzu, stasera, sarà ancora “notte di sogni, di coppe e di campioni”.

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