La Nuova Sardegna

Nuoro

Ulassai, arriva dispositivo per la broncopneumopatia

di Giusy Ferreli
Ulassai, arriva dispositivo per la broncopneumopatia

Via a un progetto sperimentale per tenere sotto controllo l’insidiosa malattia  Capasso: «Grazie all’amministrazione si regala una speranza ai pazienti cronici»

18 ottobre 2019
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ULASSAI. Il rivoluzionario dispositivo che consente di tenere sotto controllo l’insidiosa broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), al centro di un ambizioso progetto sperimentale che sotto l’egida dell’Ats unisce da qualche tempo le Assl di Lanusei, Nuoro e Cagliari, è arrivato a Ulassai. Grazie alla sensibilità di un medico di famiglia del paese, Michele Muntoni, e all’impegno del sindaco Gianluigi Serra, regalerà una speranza a una quindicina di pazienti affetti dalla grave malattia. Protagonista del percorso, la start up Bpcomedia srl, spin off dell’Università Campus Biomedico di Roma, capitanata da Giuseppe Capasso, che da tempo ha avviato un protocollo per sperimentare l’utilizzo della tecnologia contro una patologia progressiva più diffusa di quanto si creda tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità la classifica come terza causa di morte al mondo. Si tratta di ritorno alle origini, visto che l’innovativo sistema, basato sull’uso combinato di uno smartphone e di un pulsossimetro (uno strumento che si applica ad un dito della mano e che rileva quanto ossigeno è presente nel sangue) ha visto la luce in Ogliastra. I primi passi, infatti, li ha mossi proprio qualche anno fa, grazie ad una ricerca condotta dal Policlinico dell’Università campus bio-medico di Roma, il suo laboratorio di sistemi di elaborazione e bioinformatica e l’area sociosanitaria ogliastrina. Ad agosto il progetto è finito, come case study, davanti agli studenti inglesi e, dopo un corso di formazione della Assl rivolto ai medici di famiglia ogliastrini, il medico ulassese ha pensato di coinvolgere subito il sindaco. Che non ci ha pensato due volte a stanziare i fondi per acquistare quindicina di kit ai pazienti di Ulassai. «In un momento difficile, che vede un forte distacco tra cittadini e politica proprio sul fronte della sanità ho ritenuto opportuno dare un segnale di vicinanza ed attenzione verso le persone che stanno male» è il commento del primo cittadino del piccolo borgo ai piedi dei Tacchi. «Quando un paziente affetto da una patologia cronica – sottolinea Capasso – dice, quasi commosso, che gli si “regala una speranza”, allora si comprende la vera portata di questo gesto forte, a favore della propria comunità, da parte di un medico e di un amministratore locale».

Quello di Ulassai rappresenta anche il primo esperimento nel quale il paziente non è più soltanto parte del sistema, ma il centro stesso del sistema. È la cosiddetta “medicina d’iniziativa”: un modello assistenziale considerato più idoneo a gestire le patologie croniche, in costante aumento per l’invecchiamento della popolazione, che è applicata ancora in pochissimi comuni.

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