Tramas di Lula, l’arte della tessitura
di Bernardo Asproni
Prosegue il progetto di conservazione della memoria del Ceas in cinque comuni
19 ottobre 2019
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LULA. Il Ceas, con le operatrici Costantina Boe, Ruffina Porcu, Carina Pinna, con il partenariato Ceas Onanì, Bitti, Orune e Osidda, procede con il Progetto Tramas, attraverso lettura e interpretazione dei paesaggi di cultura agro-pastorale, tipici dei territori dei 5 comuni, attraverso la filiera della lana.
Il paesaggio è l’identità del territorio e la Sardegna lo è con un bacino di diversità biologica e forme ecologiche, genetiche, scientifiche, culturali. Purtroppo la globalizzazione evidenzia una perdita di caratteri ereditari a livello locale. In questo contesto il Ceas sta portando avanti la rilettura dello sviluppo sostenibile dei paesaggi a cultura agro-pastorale dei paesi dell’Alto Nuorese attraverso la filiera della lana. È un Progetto di 3 moduli: laboratori didattici per la scuola; laboratori essenziali per le donne;sviluppo locale e perrcorso turistico sostenibile.
Le operatrici Ceas procedono con il coinvolgimento-sensibilizzazione di vari target: scuola, donne, attività produttive agro-zootecniche, artigiano e turismo-culturale, comunità locali, turisti, percorsi esperenziali di conoscenza, condivisione, partecipazione attiva a processi che favoriscano la creazione di legami tra generazioni, la riscoperta e salvaguardia delle tradizioni legate fortemente alle biodiversità locali e al territorio in cui si vive, la creazione di nuove opportuniti sviluppo per le comunità locali.
Nella prima fase, iniziata l’anno scorso, si è proceduto alla fase di analisi e condivisione partendo dalla percezione sensoriale per attingere emozioni diverse in un determinato luogo. IN ’estate ha avuto inizio la visita alle aziende del territorio per osservare la tosatura e passare poi alla tessitura. Un modo per valutare vantaggi e problematiche delle attività zootecniche e su questi aspetti importanti delle attività ha collaborato l’antropologo Sebastiano Mannia, mentre sull’aspetto della creazione dell’immagine Francesca Podda. A settembre il percorso tessitura è ripreso con le scuole, ludoteca e medie di Bitti, dove nel Museo Civiltà Contadina si è potuto osservare la trasformazione sino ai manufatti e a prodotti immovativi. Poi la visita alla filanda Crabolu per osservare la trasformazione sino ai manufatti. A seguire la fase di rielaborazione, da presentare in modo condivisa, ultimo modulo del Progetto a chiusura dei laboratori scolastici e di quelli esperenziali delle donne e presentazione degli esiti alle comunità locali.
Il paesaggio è l’identità del territorio e la Sardegna lo è con un bacino di diversità biologica e forme ecologiche, genetiche, scientifiche, culturali. Purtroppo la globalizzazione evidenzia una perdita di caratteri ereditari a livello locale. In questo contesto il Ceas sta portando avanti la rilettura dello sviluppo sostenibile dei paesaggi a cultura agro-pastorale dei paesi dell’Alto Nuorese attraverso la filiera della lana. È un Progetto di 3 moduli: laboratori didattici per la scuola; laboratori essenziali per le donne;sviluppo locale e perrcorso turistico sostenibile.
Le operatrici Ceas procedono con il coinvolgimento-sensibilizzazione di vari target: scuola, donne, attività produttive agro-zootecniche, artigiano e turismo-culturale, comunità locali, turisti, percorsi esperenziali di conoscenza, condivisione, partecipazione attiva a processi che favoriscano la creazione di legami tra generazioni, la riscoperta e salvaguardia delle tradizioni legate fortemente alle biodiversità locali e al territorio in cui si vive, la creazione di nuove opportuniti sviluppo per le comunità locali.
Nella prima fase, iniziata l’anno scorso, si è proceduto alla fase di analisi e condivisione partendo dalla percezione sensoriale per attingere emozioni diverse in un determinato luogo. IN ’estate ha avuto inizio la visita alle aziende del territorio per osservare la tosatura e passare poi alla tessitura. Un modo per valutare vantaggi e problematiche delle attività zootecniche e su questi aspetti importanti delle attività ha collaborato l’antropologo Sebastiano Mannia, mentre sull’aspetto della creazione dell’immagine Francesca Podda. A settembre il percorso tessitura è ripreso con le scuole, ludoteca e medie di Bitti, dove nel Museo Civiltà Contadina si è potuto osservare la trasformazione sino ai manufatti e a prodotti immovativi. Poi la visita alla filanda Crabolu per osservare la trasformazione sino ai manufatti. A seguire la fase di rielaborazione, da presentare in modo condivisa, ultimo modulo del Progetto a chiusura dei laboratori scolastici e di quelli esperenziali delle donne e presentazione degli esiti alle comunità locali.