La Nuova Sardegna

Nuoro

Transizione energetica

Parchi eolici a Nuoro e in Barbagia, appello alla governatrice Todde

di Francesco Pirisi

	Un momento dell'incotro di ieri a Nuoro (foto di Massimo Locci)
Un momento dell'incotro di ieri a Nuoro (foto di Massimo Locci)

I sindaci chiedono una legge-moratoria. «Da Oliena a Orani, da Orgosolo a Sarule: l’impatto sul nostro territorio sarebbe devastante»

27 marzo 2024
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Nuoro I sindaci del Nuorese chiedono aiuto alle comunità per dire “no” all’avanzata selvaggia dei parchi eolici. Ieri mattina hanno riunito i consigli comunali nell’auditorium dell’Isre. Sostenuti dall’Anci, l’associazione che li rappresenta: «No all’ “hub” dell’eolico nel Nuorese e in tutti i territori di pregio», afferma il presidente Emiliano Deiana. Il rischio alto è che tra Nuoro, Orgosolo e Oliena, da una parte, e Orani, dall’altra vengano elevate una ventina di pale (aerogeneratori), da 200 metri cadauna. In totale circa 14 Giga watt. Mentre sono 6 complessivamente quelle che si dovrebbe caricare la Sardegna, sulla base del decreto Draghi.

La riunione degli amministratori finisce con una prima risoluzione: «Chiederemo alla governatrice Todde una legge-moratoria, che sospenda i progetti. In questo modo – aggiungono i primi cittadini – la stessa Regione potrà predisporre il piano dei siti per gli impianti, evitando l’assalto ai territori». Una voce sola, che accomuna il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, di Oliena, Bastiano Congiu, di Orani, Marco Ziranu e di Orgosolo, Pasquale Mereu.

Lo stesso intervento sarà poi sostenuto dai primi cittadini di Fonni, Daniela Falconi, e Sarule, Paolo Ledda.

In platea, presenti per una conferma, i consiglieri comunali, insieme a cittadini preoccupati che nell’isola stia per scoccare il tempo di una nuova servitù, dopo quella militare e delle stesse scorie nucleari, il cui smaltimento nell’isola non è scongiurato. La preoccupazione è cresciuta a mille nei mesi scorsi, con la comunicazione ai municipi dell’iter per due parchi. Uno sotto il versante settentrionale del Supramonte, tra Oliena e Orgosolo, e una parte degli impianti nell’agro di Nuoro. Previsti 11 aerogeneratori. Presentatrice una società con capitale di 10mila euro, per un intervento da 7 milioni. Il padrone sarebbe il titolare di altre decine di società (chi dice 39, chi 66), sempre con eguale capitale sociale. Venti giorni fa la comunicazione per il secondo parco, questa volta da ubicare nella linea Orgosolo, Nuoro, Orani. Previste 10 pale. Le giga watt in entrambi i casi sono circa 7.

«Andrebbero a intaccare un’area di alto pregio naturalistico – afferma il sindaco di Oliena – in netto contrasto con i nostri programmi di sviluppo, il cui elemento forte è l’integrità ambientale». Per poi aggiungere: «Non siamo certo contro le energie rinnovabili e la politica europea di abbattimento della Co – aggiunge Congiu – ma qui è pura speculazione. Infatti, si va ben oltre la produzione necessaria all’isola». Due vie di soluzione del caso, una istituzionale e una politica. Per la prima c’è anche una richiesta di verifica alla guardia di finanza: «Vogliamo vederci chiaro – dice il sindaco di Orgosolo – sulla natura delle società a capo dei progetti, anche considerata la sproporzione tra il capitale e l’entità dei progetti».

Deiana, dell’Anci, mette in guardia sul pericoloso d’infiltrazioni della criminalità organizzata: «Non dimentichiamoci che tra gli ultimi affari del boss Messina Denaro – dice – uno era nel campo dell’eolico». Della via istituzionale è parte anche la richiesta alla Regione.

Oltre alla moratoria alcune altre azioni da chiedere all’amministrazione-Todde: «Va creata l’agenzia regionale dell’energia – dice il sindaco di Nuoro, Soddu – competente per stabilire i siti dove si possono o no realizzare gli impianti». L’altra cosa, ma qui andrebbero adite più alte istituzioni, la proposta, sempre di Soddu, «d’inserire il vento, l’acqua e il sole, così come avviene per gli usi civici, nella categoria dei beni d’interesse collettivo, non passibili di uno sfruttamento privato».

Tra le idee anche quella della comunità energetica, sempre per fare in modo – affermano i primi cittadini – che l’energia prodotta sia a vantaggio delle popolazioni, anche attraverso sgravi nelle bollette». Una partita da gestire insieme alla comunità, «rimanendo uniti», auspica la sindaca Falconi. Ma anche evitando il rischio, evidenziato da Congiu, «che i privati, allettati dalle proposte delle società dell’eolico, possano entrare in conflitto con i comuni, portatori di un interesse generale».

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