La Nuova Sardegna

Nuoro

Condannato Salvatore Ghisu, 4 anni e 3 mesi per il sindaco di Borore

di Enrico Carta

	Il sindaco Salvatore Ghisu
Il sindaco Salvatore Ghisu

Sentenza di primo grado per il processo Hazzard. Il primo cittadino è stato assolto per una decina di altri capi d’imputazione. Condanne anche per il segretario comunale Giuseppe Mura e per il tecnico dell’amministrazione Marco Contini

30 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Borore Il sindaco Salvatore Ghisu è colpevole di peculato e falso e dovrà scontare quattro anni e tre mesi. Ha incassato una decina di assoluzioni su altri capi d’imputazione tutti legati all’inchiesta denominata Hazzard, ma l’impianto accusatorio del pubblico ministero Armando Mammone ha retto su tre contestazioni, due per falso e una per peculato. La decisione del collegio del tribunale di Oristano – presidente la giudice Carla Altieri, a latere i colleghi Federica Fulgheri e Marco Mascia – è arrivata attorno alle 9.30 di stamattina, martedì 30 aprile, e avrà come conseguenza immediata quella del decadimento del primo cittadino dal suo ruolo istituzionale, per via della Legge Severino che riguarda gli amministratori pubblici coinvolti e condannati in procedimenti penali – tuttavia Salvatore Ghisu ha preannunciato che non attenderà e che autonomamente lascerà l’incarico presentando dimissioni –. La legge vale anche se si tratta di condanne di primo grado, come quella di oggi, e non di pronunciamenti definitivi della magistratura. Del resto lo stesso Salvatore Ghisu si era dimesso spontaneamente dall’incarico già nel 2015, senza attendere l’azione della prefettura quando finì ai domiciliari in seguito a un provvedimento cautelare del giudice per le indagini preliminari legato alla medesima inchiesta.

Accanto a Salvatore Ghisu, sono stati condannati l’ex segretario comunale del Comune di Borore Giuseppe Mura, tre anni e dieci mesi per il reato di falso, e il tecnico comunale Marco Contini, tre anni e sei mesi per il reato di falso. La vicenda è vecchia di nove anni. Come detto, bisogna tornare indietro al 2015, quando furono prese le decisioni e furono firmati gli atti amministrativi finiti poi al centro dell’indagine. Secondo i giudici, Salvatore Ghisu, difeso dall’avvocato Gianfranco Siuni, aveva approvato una delibera che riguardava la preparazione di depliant per il museo del pane, attestando la presenza di un’assessora che invece non partecipò alla seduta di giunta, fatto per cui fu coinvolto anche il funzionario comunale Marco Contini, difeso dagli avvocati Wally Salvagnini e Pierluigi Cappai. In quell’occasione il segretario comunale Giuseppe Mura, difeso dall’avvocato Massimo Ledda,  aveva validato la seduta indicando tra i presenti anche l’assessora assente. L’altro reato era invece legato a una transazione da 3.672 euro come compenso al professionista che aveva redatto il piano del bosco e che avrebbe dovuto avere circa 6mila euro. Secondo l’accusa la parcella non doveva essere pagata perché il lavoro non era stato regolare.

Salvatore Ghisu, nell’ottobre 2022, aveva rinunciato a usufruire della prescrizione perché riteneva di poter arrivare a un’assoluzione nel merito che, però, non è arrivata. Le assoluzioni hanno invece riguardato lo stesso Salvatore Ghisu su altri capi d’imputazione e ancora Marco Contini, Michele Corda, Luciano Fenudi, Antonio Contini, Salvatore Vinicio Vinci, Mario Uda, Stefano Maoddi, Mariangela Rita Sias, Giuseppe Mura ed Elio Cuscusa.

Hanno invece ottenuto l’assoluzione per prescrizione Maria Cristina Maccioni, Marco Contini, Michele Corda, Francesco Mura, Paolo Pirri, Maurizio Salvatore Cherchi, Elio Cuscusa e Mariangela Rita Sias. Si chiude così il primo grado del processo nato dopo una denuncia che segnalava alcune presunte situazioni di collegamento illecito tra l’amministrazione comunale di Borore, l’Unione dei Comuni del Marghine e una serie di professionisti e di imprenditori, collegamento attraverso il quale sarebbero state indirizzate alcune scelte dell’amministrazione, con il sindaco che ne avrebbe poi ottenuto dei vantaggi elettorali.

In Primo Piano
Il processo

«Una tangente da 800mila euro per l’appalto della Sassari-Olbia»

di Enrico Carta
Le nostre iniziative