La Nuova Sardegna

Olbia

Guerra della mensa al 3° circolo

Guerra della mensa al 3° circolo

Classi escluse dal servizio per fondi insufficienti. Interviene l’assessore Tedde

16 ottobre 2013
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OLBIA. Il lieto fine ha coronato settimane di tensione al Terzo circolo di Olbia. I genitori di circa 300 alunni erano da tempo sul piede di guerra. Tutto perché i tagli ministeriali a cascata hanno portato a una situazione assurda: i bambini di 14 classi infatti venivano trattati in maniera diversa dagli altri, dovendo pagare per intero, e di tasca propria, il costo della mensa di cui usufruiscono una volta alla settimana. Una situazione incresciosa, nelle scuole di Santa Maria e Isticadeddu, che andava a colpire anche chi, pur esibendo un certificato Isee che esentava dal pagamento del servizio mensa, doveva invece spendere 4,46 euro. Tutto si è risolto con l’assemblea che si è svolta ieri pomeriggio nella palestra della scuola di Isticadeddu a cui ha partecipato anche l’assessore comunale alla pubblica istruzione, Natale Tedde. Che ha ascoltato, poi ha sottolineato che «nelle pieghe del bilancio comunale abbiamo reperito i denari (50mila euro, ndr) per poter permettere l’identico trattamento a tutti».

Riavvolgendo il nastro, tutto parte dalla diminuzione di due insegnanti nell’organico del 3° circolo. La dirigente Silvia Sirtori è dovuta intervenire sull’orario, eliminando il sabato e facendo fare un rientro settimanale a tutte le classi. Il che ha significato che nel giorno del rientro per le classi interessate era necessario anche usufruire della mensa scolastica. Comunicazione fatta al Comune ma, secondo i genitori inviperiti, in ritardo. Così non ci sarebbe stato il tempo per far quadrare i conti della scuola. Il primo ottobre è partito il servizio mensa, offerto dalla Cooperativa Solaria, ma la dirigente si è resa conto che i fondi non sarebbero bastati. Di netto, si è deciso di escludere le classi eccedenti dal servizio, se non dietro il pagamento del pasto intero (4.46 euro), in luogo delle fasce da 0 a 3.20 euro a seconda del reddito. Per superare l’impasse creatosi, che ha procurato non poco nervosismo a parecchi genitori, la dirigente ha proposto alternative quali ritirare il bambino alle 13 e riportarlo alle 14 e fornire al bambino un panino in luogo del pranzo. Proposte respinte dalla maggior parte dei genitori degli alunni. Ieri l’assemblea che ha tolto tutti dall’imbarazzo. Paga il Comune, parola di Natale Tedde. (en.g.)

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