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Olbia

G8, archiviazione per Bertolaso e De Santis

G8, archiviazione per Bertolaso e De Santis

L’inchiesta a Tempio per le mancate bonifiche alla Maddalena. Ancora aperti gli altri filoni processuali

09 agosto 2014
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LA MADDALENA. G8 mancato, atto quinto. Per tre indagati si chiude il capitolo delle bonifiche mai finite nelle acque dell'ex arsenale militare dell'arcipelago. A Tempio il giudice Marco Contu ha accolto le analoghe richieste dell'accusa e della difesa.

È stata così disposta l'archiviazione delle posizioni dell'ex capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso, del dirigente per le Grandi opere Fabio De Santis e di Damiano Scarcella, giovane ricercatore assunto a tempo dall'Icram, l'istituto italiano che raccoglie gli scienziati del mare.

Continua invece a pendere il giudizio per altri 19 accusati - imprenditori, tecnici e alti funzionari - nell'ambito della stessa inchiesta. Per tutti, qualche settimana fa, il pm Riccardo Rossi aveva chiesto il processo. Ma nel loro caso il gup non ha ancora preso una decisione.

L'udienza riguardante questa diversa tranche sarà comunque fissata presto, probabilmente ai primi di settembre.

Al centro delle indagini, in questa circostanza, c’era esclusivamente il complesso capitolo del risanamento ambientale nel porto-arsenale della Maddalena. È, questo, l'unico filone che vede la competenza del tribunale tempiese. Ma gli accertamenti erano nati nel quadro più generale dalle accuse di corruzione per il G8, poi spostato all'Aquila. Lavori programmati a vasto raggio. Costati quasi mezzo miliardo allo Stato e alla Regione. Poco meno della metà dei quali spariti per vie misteriose. Spesso grazie a traffici e illeciti, resi possibili dalla segretezza legata al progettato arrivo dei Grandi della Terra nell'arcipelago sardo, inizialmente previsto per l'estate 2009.

Pochi mesi più tardi, all’inizio dell’anno seguente, i primi arresti. Manette per alcuni degli imputati eccellenti appartenuti alla cosiddetta Cricca della Ferratella, l’unità ministeriale finita nel vortice delle contestazioni dei magistrati di mezza Italia. Da quel 10 febbraio sono passati oltre 5 anni. E da allora sul versante giudiziario è stata fatta luce solo in parte. Anche perché, nel frattempo, i controlli della magistratura si sono sviluppati lungo almeno 4 direttrici diverse: Corte dei conti, palazzo di giustizia di Firenze, tribunale di Perugia prima e di Roma poi. Tutto questo senza considerare le altre indagini avviate in seguito al terremoto e al G8, poi tenuto in Abruzzo a metà 2009: ossia senza prendere in esame quei tronconi d'inchiesta autonomi che vedono a volte imputati a più riprese alcuni degli stessi protagonisti chiamati ad attuare le Grandi opere all'epoca del governo Berlusconi.

Adesso, comunque, la vicenda di Moneta e delle sue clamorose incompiute si chiude. Almeno per Bertolaso (che a Tempio è stato assistito in ogni fase dall'avvocato sassarese Agostinangelo Marras) e per due degli iniziali 22 indagati. Al di là di ciò che succederà nei dibattimenti ancora aperti nella capitale e all'Aquila, in Gallura si dovrà dunque attendere un po' per sapere se il gup accoglierà o no le richieste di rinvio a giudizio per gli altri 19 accusati.

Tra questi ultimi, figurano l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, il responsabile della Struttura di missione per il G8 maddalenino, Mauro Della Giovampaola, operatori e specialisti incaricati della riconversione da militare a civile di decine opere. Ma ancora oggi quelle strutture, dall'ex ospedale al Main Conference, dall'Hotel nel porto-arsenale ai capannoni circostanti, sono tutte chiuse. E nessuno le ha mai utilizzate, se non per un vertice di parlamentari Nato un paio d'anni fa.

Uno dei motivi? I veleni di ogni genere trovati nei 120 ettari a mare di fronte al Centro conferenze. Una presenza che, stando alle accuse della Procura di Tempio, anziché diminuire durante i lavori del 2008-2009 sarebbe stata estesa e resa più grave proprio dalle prime operazioni di bonifica. (gpc - pgp) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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