La Nuova Sardegna

Olbia

San Paolo, pellegrini da tutta l’isola

San Paolo, pellegrini da tutta l’isola

Migliaia di fedeli alla tradizionale Festa delle bandiere della vigilia di Ferragosto

18 agosto 2014
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MONTI. Migliaia di pellegrini, anche quest’anno, fra il 13 e il 17 agosto, si sono recati nel santuario campestre di San Paolo eremita, provenienti da molte parti dell’isola, per venerare il santo egiziano. Una festa che si rinnova, con immutato fervore religioso, da secoli. Arricchita a metà degli anni Novanta, del secolo scorso, dall’amministrazione comunale e organizzata dalla Pro loco, dalla Festa delle bandiere, nel ricordo storico che risale al Settecento e Ottocento, quando centinaia di pellegrini giungevano al santuario portando con orgoglio i vessilli, a nome personale, del parentado, o della cussorgia, simbolo della devozione verso San Paolo. Festa dove, ancora, si respira un’aria di altri tempi, intrisa di misticismo e devozione, con i pellegrini a invocare il santo per ottenere una grazia o ringraziarlo per averla ricevuta.

Favorita da un ambiente incontaminato, in una vallata ammantata dalla macchia mediterranea (cisto, mirto, corbezzolo, sughere) la festa vive il suo momento più profondo in un austero tempio di granito che incute rispetto e timore, mentre tutto intorno si incrociano pellegrini dai dialetti, dalle culture e dalle tradizioni differenti, unite da un unico vincolo: la fede. I numeri parlano da soli: migliaia di presenze, decine e decine di bandiere votive provenienti dalle comunità di Lodè (9), Sennori, Bitti, Lodè, Nuchis (2), Luras (3), Padru, Luogosanto, Tempio (2), Olbia (2), Budoni, Sant’Antonio di Gallura, Berchiddeddu, La Caletta, Porto Torres e Ploaghe. Significativa, anche, la partecipazione dei sindaci accompagnati dai gonfaloni dei propri comuni: Orune, Telti, Luogosanto, Olbia, Siniscola, Oschiri, Loiri Porto San Paolo, Buddusò, Santa Teresa di Gallura, Monti, Calangianus, Sant’Antonio di Gallura, Padru, Arzachena, Pattada, Tempio, Tula, e Lodè. La messa solenne – preceduta dalla processione, aperta dalla confraternita San Gavino di Monti che ha accompagnato con i canti liturgici la funzione, con i sindaci che si sono alternati nel portare a spalle il simulacro del santo – è stata presieduta dal parroco di Monti, don Pierluigi Sini, per la prima volta da rettore del santuario, concelebrata dai parroci di Oschiri, San Teodoro, Padru e il cappellano dell’ospedale di Ozieri. La chiesa non è stata in grado di accogliere la folla che ha dovuto seguire il rito dal sagrato. (g.m.)

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