La Nuova Sardegna

Olbia

I sindaci dell’Alta Gallura: «Restituite quella strada»

di Giampaolo Meloni
I sindaci dell’Alta Gallura: «Restituite quella strada»

Il caso della provinciale 38, dai Comuni solidarietà con la protesta di Priatu Appelli e critiche a Regione e Provincia: non possiamo stare nell’isolamento

07 maggio 2015
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ANTONIO DI GALLURA. Rilanciata dalla protesta della frazione, la richiesta di una soluzione per «restituire la strada» all'Alta Gallura entra nell'ordine del giorno della politica regionale. A diciotto mesi dall'alluvione, dopo l'intrico procedurale e progettuale che ha portato a un nulla di fatto, i sindaci del territorio sollecitano il governo regionale ad abbreviare i tempi per ripristinare i collegamenti tra Tempio e Olbia assicurato dalla provinciale numero 38 bis. Almeno lo era fino al 18 novembre 2013, giornata di alluvione, lutti e isolamento. Disagio che, si capì subito, sarebbe durato a lungo.

Fu subito chiaro per il sindaco di Telti. Quella strada e interrotta oppure no? si chiese provocatoriamente. Per cercare di uscire dall’incertezza impugnò le pinze, durante la notte recise il filo di ferro e aprì un varco nelle transenne per favorire il transito delle auto. «Una responsabilità che ho voluto correre, benché sconsigliato caldamente dal maresciallo, ma la comunità non poteva soffrire quel disagio». Gianfranco Pinducciu, fa pubblica ammissione di quella forzatura simbolica del blocco stradale a Monte Pino, dove il ponte distrutto dall'alluvione divise in due la Gallura. Quel gesto del sindaco fu una denuncia per quel progetto già fatto prima dell'arrivo di Cleopatra, prevedendo una strada parallela alla 38 bis. «I Comuni dissero no a quella scelta, non si faceva che consumare territorio e spendere risorse inutilmente», ricorda Gianfranco Pinducciu, che ha nella propria competenza amministrativa la zona teatro del dramma.

Lollo Amadori, assessore a Calangianus, ricorda il legame delle comunità: «L'abbiamo sempre conosciuta come la strada breve di Monte Pinu, ne abbiamo bisogno». Non risparmia un richiamo al Commissario della Provincia: «Lo sia per tutti non solo per Olbia, siamo tutti galluresi». E cita un’altra incompiuta, la Berchidda-Calangianus: undici chilometri, sempre chiusa perché mancano gli ultimi due chilometri di asfalto. Sofferenze diffuse. Per questa ragione, dice il sindaco di Monti Emanuele Mutzu, «anche noi, che siamo fuori dal tragitto della Olbia Tempio, siamo tuttavia coinvolti e condividiamo la protesta». Dovrà essere il territorio a farsi valere unitariamente e con le proprie istanze, raccomanda anche il sindaco di Luogosanto Antonio Scampuddu, «perché la Regione preferisce il confronto con i “Tavoli territoriali”». Sarà la via d’uscita per rimediare a quel sentimento di marginalità che sulla vicenda molti hanno sofferto finora, come dice Maria Paola Mariotti, vicesindaca uscente di Sant’Antonio di Gallura? «Personalmente viaggio quattro volte al giorno a Olbia per lavoro. Tutti speravamo andasse in porto subito il cantiere. Ci spiegassero cosa e perché ha determinato il blocco». Ce n’è anche per la Regione: «Poteva almeno informare le amministrazioni».

La frazione di Priatu ha deciso di rompere il silenzio. La protesta coinvolge ora tutta l’Alta Gallura, ma anche il versante di Olbia. La mobilitazione ha rilanciato la palla alla Regione: risposte e interventi in tempi brevi. Non solo Monte Pino, ma una revisione generale della Olbia Tempio e cure efficaci nei punti critici. Saranno tempi lunghi, prevede Davide Bacciu, assessore ai Lavori pubblici di Olbia, che ieri pomeriggio, con il sindaco Gianni Giovannelli, ha incontrato il commissario delegato dell’Anas Pietro Ciucci chiedendogli la disponibilità a realizzare il by pass per aggirare l’emergenza del ponte crollato e gli interventi di rettifica delle curve sulla 127 nel tratto Olbia Telti.

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