La Nuova Sardegna

Olbia

Piano sanitario regionale, la Gallura adesso si divide

di Angelo Mavuli
Piano sanitario regionale, la Gallura adesso si divide

Lo strappo dei sindaci del distretto di Tempio: no al vertice con i colleghi di Olbia È probabile che venga disertato anche l’incontro con l’assessore regionale Arru

18 settembre 2015
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TEMPIO. I sindaci del distretto sanitario di Tempio, non andranno oggi, all’incontro richiesto dai colleghi del l distretto di Olbia. Gli stessi sindaci respingono anche come “inaccettabile” una proposta di modifica al Piano di ristrutturazione sanitario regionale, inviata nel pomeriggio di giovedì al presidente Andrea Biancareddu.

Nuovi scenari. La decisione adesso potrebbe portare anche alla diserzione di altri incontri, Primo fra tutti quello di lunedì prossimo, ad esempio, quando ad Olbia i due distretti riuniti dovrebbero procedere all’elezione dell’ufficio di presidenza alla presenza anche dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru.

Unanimità dei sindaci. Lo strappo è maturato giovedì pomeriggio, nella sala conferenze dell’Unione dei comuni durante una riunione fiume. La sintesi conclusiva fatta da Andrea Biancareddu ha registrato l’unanimità sulle due decisioni. Ha aperto la seduta il presidente dell’Unione dei comuni, Stefano Pisciottu, sindaco di Santa Teresa di Gallura. Comune che fa parte del distretto sanitario di Olbia ma al tempo stesso è membro dell’Unione dei comuni Alta Gallura. Un discorso, il suo, improntato verso una «richiesta di giustizia verso un territorio troppo spesso dimenticato». Il sindaco di Calangianus Giomartino Loddo dal canto suo ha elencato con precisione quali saranno i servizi imprescindibili ai quali l’Alta Gallura non può rinunciare.

Il monito di Deiana. Dell’apertura di «dialoghi con nuovi territori» ha parlato invece Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas: «Dobbiamo fare i giusti passaggi e non dobbiamo essere noi ad andare via. Deve dipendere da altri il fatto che noi guardiamo altrove». Severissimo il monito che il sindaco di Bortigiadas, senza mai fare riferimenti specifici, ha rivolto alla bassa Gallura. «Io, ha detto, sarò l’ultimo a scendere dal carro. Certo è però che se l’alta Gallura non otterrà nulla, altri, miopi all’inverosimile, perderanno tutto». Il riferimento ai numeri che potrebbero mancare a Olbia in caso di migrazione di Tempio e dei comuni dell’Alta Gallura verso altri territori, è sin troppo chiaro. Alla ricerca di unità e di una giusta spartizione dei servizi l’intervento di Nicola Muzzu, sindaco di Aggius che poi con molta concretezza ricorda alle “due Gallure” che «i cittadini ed i pazienti, al di là delle scelte dei politici, vanno a curarsi dove più gli aggrada». Sofferto l’intervento del sindaco di Luogosanto Agostino Pirredda, che richiama tutti alla necessità che qualunque decisione debba vedere partecipi i cittadini. Cosa che, sottolinea anche il sindaco di Aglientu, Antonio Tirotto. Di «decisioni urgenti ed inderogabili» parla anche Tony Stangoni, sindaco di Badesi, che dice di essere certo «di avere dalla sua parte anche i suoi cittadini amministrati».

Le conclusioni. Al termine del dibattito laa sintesi, approvata all’unanimità, è arrivata da Andrea Biancareddu che quasi come viatico per un percorso che non sarà facile, ha letto una serie di numeri che nella loro freddezza dimostrerebbero «quanto il Piano sanitario, sia quello originale che quello “modificato” sia nefasto per l’Alta Gallura». «Sono numeri – conclude il sindaco di Tempio – che ci spingono a rimanere fermi sulle nostre posizioni e sulle nostre legittime richieste».

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